A meno di un mese dall’inaugurazione della Casa della Salute di Aprilia, il Tribunale dei Diritti del Malato è costretto a dover intervenire per denunciare le inadempienze di tale struttura e mettere in luce le prime evidenti delusioni del ‘nuovo’ servizio. Sì perché di nuovo, effettivamente, c’è ben poco se non il progetto +Vita che, per fortuna, sta riscontrando molteplici adesioni. Ad eccezione del progetto +Vita, però, nulla di innovativo è presente nella Casa della Salute di Aprilia, che, anzi, ha già iniziato a manifestare le prime problematiche.
Fra strumenti obsoleti, specialistiche mancanti e figure professionali vacanti (vedi la mancanza di un ortopedico dal mese di agosto, nonostante le esplicite richieste), ciò che fa veramente gridare allo scandalo è la sospensione del servizio di Odontoiatria. Il motivo ha del paradossale, poiché non si riferisce alla mancanza della figura dell’odontoiatra, che c’è ma che è impossibilitato a svolgere il proprio mestiere: la ragione della sospensione del servizio è nel mancato funzionamento dell’aspiratore con separatore dell’amalgama (per intenderci, lo strumento che durante gli interventi separa la parte liquida da quella solida), mal funzionamento che si protrae ormai dallo scorso giugno.
Con l’inaugurazione della Casa della Salute ci si aspettava un cambio di passo, una marcia in più per garantire ai cittadini servizi più efficienti e utili, ma nulla di tutto questo ad oggi è avvenuto:
“I cittadini che il TDM rappresenta, ma anche gli operatori sanitari a tutti i livelli, si aspettavano un cambio di passo e quindi una risposta più veloce, con procedure e tempi certi, sia per il reclutamento di alcune figure professionali (vedi Ortopedico, posto vacante da agosto) che per la riparazione/sostituzione degli strumenti necessari agli specialisti, e questo se non altro per onorare la trasformazione della ASL in Casa della Salute. Casa, nome che usato in questo contesto dovrebbe rappresentare sicurezza di cure certe ed essere sponsor della salute dei cittadini, al momento genera solo incertezza sul tipo di assistenza che veramente sarà in grado di offrire.” denuncia il TDM.
“Questo tipo di inefficienza cronica nella ASL non è compatibile con un sistema sanitario territoriale che con la Casa della Salute sostiene di volersi prendere cura delle persone in un modo totalmente diverso.
Vogliamo poi ricordare alla dirigenza regionale che inaugurare un buon numero di Case della Salute nel Lazio è un fatto positivo, ma se le stesse non raggiungeranno l’obiettivo prefissato, in termini di una maggiore e più appropriata offerta sanitaria, non vorrà automaticamente significare ottenere la sufficienza sull’Assistenza Territoriale prevista nei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), sufficienza non raggiunta nella simulata fatta lo scorso anno nel Lazio.
Non vorremmo quindi uscire dal Piano di Rientro, che ha indebolito fortemente la nostra Sanità, in base ai vecchi LEA e subito ritornarci con i nuovi.”
Federica Zecchi