“A seguito delle dichiarazioni, giunte dagli organi di stampa, dell’assessore regionale ai rifiuti Massimiliano Valeriani – il quale intima ai sindaci della provincia di Latina il termine di 10 giorni per la scelta di un sito, altrimenti la regione dovrà prendere in considerazione le proposte dei privati – non possiamo che sollevare tutto il nostro sdegno e disappunto nei suoi riguardi, sia per le modalità e sia per i “criteri” adottati dai sindaci per indicare le aree idonee ad accogliere una discarica in provincia di Latina. La posizione dell’assessore ci lascia perplessi, perché è prova dell’incapacità del pubblico ad affrontare e gestire i problemi, lasciando carta bianca al privato, in questo caso proprio l’intera filiera dei rifiuti, quella maggiormente interessata dalla mafia. L’assessore dovrebbe invece rispondere onestamente a questa domanda: quanti fondi sono stati messi a disposizione delle amministrazioni pubbliche o degli stessi Ato per realizzare impianti pubblici? Molto semplicemente: “zero”, poiché il piano regionale dei rifiuti non ha né dotazione finanziaria, né un capitolo di bilancio dedicato; pertanto, alle province non è stato destinato un solo euro per la realizzazione di impianti pubblici di proprietà dei comuni che compongono gli Ato. Anche perché chi gestirebbe quei fondi dato che gli Ato non esistono e pertanto non esiste un organo legalmente riconosciuto che possa gestire le operazioni di realizzazione degli impianti?
Lo sdegno ancora più alto viene dalle modalità di individuazione dei siti che la provincia di Latina sta portando avanti; al presidente Carlo Medici, al Sindaco di Aprilia e al presidente della commissione Vulcano chiediamo: vista la gravità della situazione, chiediamo formalmente che le associazioni e i comitati siano ascoltati quanto prima in via ufficiale.
La scelta del sito non deve e non dovrà essere di certo delle ex cave, le quali di per sé sono già una ferita inferta al territorio dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, e dove molto spesso le falde risultano molto superficiali o affioranti ed ad altissimo rischio di contaminazione da parte del percolato, poiché i rifiuti che ci si vogliono abbancare non sono inerti come continua a dire il presidente Medici (vedi Borgo Montello). La scelta non può avvenire fino a quando le province non avranno aggiornato il loro piano provinciale, sia in termini di fabbisogni che di programmazione, così come prevede la legge regionale in materia di rifiuti e pianificazione.
Fino a quando la regione non doterà gli Ato pubblici degli stessi strumenti per sganciare il ciclo dei rifiuti dalle lobby private, che guardano esclusivamente al profitto anziché al bene collettivo, e fino a quando la Provincia non si doterà di un piano aggiornato, tutte le decisioni abdicano al privato di turno. Questo non può e non deve più avvenire!
Noi ci opporremo in ogni sede opportuna, facciamo appello a tutte le associazioni e comitati del territorio e della provincia di Latina ad unirsi nella lotta alla pubblicizzazione del ciclo rifiuti e al rispetto delle leggi regionali, nazionali ed europee.
A tal proposito, invitiamo tutti a contattarci alla seguente mail (tuteliamoaps@gmail.com) per partecipare alla riunione pubblica che si terrà on-line il giorno 28 novembre ore 16:00 che tratterà il seguente ordine del giorno:
1. Perché evitare le cave
2. Come aggiornare piano rifiuti provinciale per verificare effettiva necessità e rivedere cartografie
3. Come ridurre i volumi autorizzati che superano i fabbisogni della provincia/dei singoli comuni
Perché no alla riapertura di Montello e alla proposta di Paguro ad Aprilia.”