“Aumenti inevitabili ma necessario anche diminuire i costi della Progetto Ambiente, rendendo alcuni servizi a pagamento solo per chi li usa e non come oggi in bolletta di tutti. Non possiamo coprire le necessità di bilancio facendo pagare sempre i soliti onesti: è ingiusto e insostenibile. Il Covid ha dato il colpo di grazia ma alcuni problemi vengono da lontano. Apriamo a tutte le forze politiche per cercare soluzioni coraggiose, necessario cambiare radicalmente approccio”. L’appuntamento del bilancio di previsione – soprattutto per gli importanti sacrifici che stiamo addossando ai nostri concittadini – è l’occasione di una approfondita analisi politico-amministrativa sulla natura dei provvedimenti che ci accingiamo a varare e sull’impostazione che li hanno determinati. È opportuno, oltre che doveroso, tracciare un bilancio quindi, non solo di numeri ma anche di azioni, per dirci chiaramente cosa va, cosa non va e cosa può essere migliorato. Piazza Civica intende assolvere questo ruolo con onestà intellettuale e massima trasparenza. Aumentare le imposte – soprattutto in queste proporzioni – non è un atto piacevole per nessun politico e non si sta certamente facendo a cuor leggero, ma questa azione estrema deve essere accompagnata da un’analisi critica e puntuale. I numeri, per quanto spietati, rivelano con chiarezza che la recente pandemia, e quindi il crollo degli incassi dei tributi locali, non può essere il capro espiatorio di tutti i problemi di bilancio, nonostante questo rappresenti il colpo di grazia ad un già difficile equilibrio. A nostro avviso il dibattito politico di questi giorni ha centrato solo parzialmente i temi di maggior rilevanza, ma soprattutto non sono arrivate proposte che andassero oltre le solite recriminazioni sul passato. La pandemia ha insegnato a fare fronte comune per risolvere i problemi e a cercare soluzioni innovative, perché gli schemi conosciuti fino ad oggi non sempre sono sufficienti ad affrontare la realtà che ha subito un cambiamento epocale. La campagna elettorale permanente nuoce ai cittadini e alle loro tasche, perciò abbandoniamo lo schema rigido di “maggioranza-opposizione” e smettiamo di parlare ai rispettivi elettorati per rassicurare il blocco sociale di appartenenza. Piazza Civica è pronta a lavorare a schema libero, confrontandosi con ciascuna forza, sia all’interno che all’esterno dell’aula consiliare: chi ha buone idee le metta in campo! Promuovere la cultura politica della partecipazione è un tratto che ci ha sempre caratterizzato fin dal primo giorno di questa consiliatura.
La situazione del bilancio dell’Ente è seria per diverse concause, alcune con radici antiche e precedenti a questa consiliatura, altre più recenti e, come anticipato, connesse alla pandemia mondiale e alla crisi che ha colpito famiglie e imprese. Non è facile per l’Assessore al bilancio, Lanfranco Principi, districarsi con questi numeri e a lui vorremmo esprimere solidarietà per alcuni attacchi ricevuti in questi giorni: sta cercando di affrontare problemi che lui non ha causato, mentre dovremmo essergli più solidali per il primo importante risultato ottenuto, quello di lasciare sostanzialmente immutata la spesa degli assessorati. La coperta è corta e perciò riteniamo necessario trovare anche altre soluzioni. Abbiamo individuato in quattro punti gli aspetti più critici della situazione finanziaria dell’Ente:
gli accantonamenti degli anni passati: sono stati commessi significativi errori sugli importi accantonati per i crediti di dubbia esigibilità con sistema semplificato che oggi aggravano di circa 10 milioni di euro lo sforzo impositivo su questo bilancio. Sia chiaro gli accantonamenti andavano comunque fatti, evidenziamo che un corretto calcolo avrebbe diluito gli effetti almeno in un quinquennio piuttosto che aggiungerli in un solo colpo alle altre criticità più recenti e non prevedibili;
i mancati incassi e l’insolvibilità dei debitori: non si può tacere che da quasi quattro anni la RIDA ambiente non versa il benefit dovuto al nostro comune (un meno che pesa circa 4 milioni di euro) e che la grande percentuale dei mancati incassi già consolidata in epoca pre-covid intorno al 30-35%, ha raggiunto nel 2020 oltre il 45% degli iscritti all’anagrafe tributaria, e riguarda principalmente soggetti ai quali sarà difficile pignorare le cifre dovute (al di là del blocco stabilito dai provvedimenti anticovid);
un elevato volume di contenziosi che minaccia fortemente il bilancio, assolutamente non solvibile con il solo fondo contenziosi: da un momento all’altro potrebbero essere iscritte a debito dell’Ente somme stratosferiche per dispute ereditate dal passato; d’altra parte, non possiamo rinunciare a difenderci fino all’ultimo grado di giudizio per mero calcolo economico costruito sulla liquidità di cassa;
una banca dati inadeguata alle sfide che abbiamo davanti: non adeguata a gestire i debitori, né soprattutto a scovare gli evasori totali che da anni “consumano” i nostri servizi senza pagare ciò che gli spetta. I dati sono sparpagliati in troppe piattaforme che tra loro non dialogano, mentre l’integrazione è il prerequisito al raggiungimento di questo obiettivo. Un rilievo questo più volte sollevato anche in sede di bilancio senza sortire gli effetti necessari, ora non più tollerabile.
A tale analisi correliamo la proposta di tre azioni concrete volte a gestire la minore liquidità dell’Ente per andare oltre gli “inevitabili aumenti”:
costruire immediatamente una banca dati unica e una task force per individuare evasori totali, in particolare sulla TARI: la lotta agli “invisibili” è senz’altro l’ambito che potrebbe offrire maggiori risultati in termini di incassi e lo dimostrano anche i dati sui furti dei mastelli, utilizzati per conferire indebitamente la spazzatura. In attesa che il Governo sblocchi le azioni coattive, rispetto le quali, è serio dircelo, gli incassi difficilmente supereranno il 30-35% degli avvisi emessi, occorre non solo dotarsi di strumenti adeguati ma farli funzionare con una struttura che operi in maniera trasversale, oltre i recinti dei singoli settori (Tributi, Ambiente, Polizia Locale, Urbanistica);
istituire un gruppo di studio sui contenziosi per approfondire l’entità di ciascuno, gli aspetti legali connessi e stimare l’impatto economico corrispondente ai diversi gradi di giudizio: non è accettabile rinunciare alla difesa per mancanza di disponibilità economiche. Sarebbe una resa dell’interesse pubblico e un cattivo segnale ai cittadini onesti! Spesse volte capita di perdere cause già vinte ed è imprescindibile condividere con la Città non solo i costi finanziari, ma le responsabilità di tali risultati;
individuare nell’ambito dei principali contratti di servizio, in particolare quello legato ai rifiuti, ambiti di contrazione della spesa. Quasi la metà dei cittadini non paga un servizio che utilizza e che costa complessivamente 13 milioni di euro l’anno. L’aumento delle imposte alla metà che paga (e che ha sempre pagato) per mantenere invariati gli attuali servizi è ingiusto e insostenibile. È serio aprire una riflessione nella Città perché oltre al dato strettamente economico è doveroso costruire una coscienza civica diffusa, in particolare su questo argomento. Piazza Civica pensa che sia doveroso tagliare la spesa trasformando alcuni servizi, il cui costo oggi è diluito indistintamente nelle bollette di ciascuno, in servizi a domanda individuale a carico solo di chi ne beneficia. In particolare è fondamentale rivedere le regole di accesso all’ecocentro e i limiti di conferimento di alcune tipologie di rifiuti per migliorare l’equità della tariffa e correlarla al principio “paga chi produce il rifiuto”. Per fare solo un esempio il costo di smaltimento di sfalci e potature, fino ad oggi è stato caricato in bolletta, indistintamente su chi ha un grande giardino come su chi vive in un appartamento al centro della Città. Se all’avvio del porta a porta l’obiettivo era educare a differenziare e scoraggiare gli abbandoni, la situazione dei mancati incassi porta a ricentrare le azioni sull’equità dei pagamenti e sul rapporto “consumo-pago”, per non scoraggiare chi si è impegnato fino ad oggi o demotivare i cittadini onesti nel pagamento dei tributi. Occorrerà quindi prevedere la possibilità di smaltire presso l’ecocentro certe tipologie di rifiuti o quantitativi in eccedenza a quelli previsti, ad un costo comunque inferiore a quello di mercato: per la Progetto Ambiente sarà sufficiente coprire i costi reali, ciò che cambia è l’attribuzione del carico degli stessi. Da qui alla fine dell’anno parte di quei 13 milioni potranno essere incassati da chi utilizza i servizi e decurtati al saldo dalle bollette. Questo nuovo sistema garantirebbe gli equilibri di bilancio e una corretta imposizione tariffaria.
Piazza civica crede che sia necessario cambiare! Amministrare implica l’adozione di provvedimenti scomodi e di responsabilità gravose, non sempre connesse al proprio operato, che noi intendiamo assumerci fino in fondo. Per questo avvertiamo l’obbligo di proporre azioni di cambiamento radicale, se pur consapevoli della loro complessità. Non ci si deve mai abituare acriticamente a ingiustizie e malfunzionamenti del sistema, la politica deve uscire dalla propria zona di confort e dare risposte a quel 55% di cittadini che continua a credere nelle istituzioni pagando quanto deve. Così in una nota stampa Ilaria Iacoangeli, Consigliera Comunale di Piazza Civica.