“Lo scorso 20 luglio, nel corso di un incontro con il Sindaco di Aprilia nel quartiere Selciatella, alcuni dei firmatari della lettera aperta sulla questione Rifiuti RIDA sono venuti a conoscenza di una serie di azioni poste in essere dal titolare dell’impianto, tra le quali la richiesta di accesso agli atti per verificare che l’amministrazione abbia dato seguito alle sue segnalazioni di abuso. Fra le varie questioni affrontate, è parso eclatante che il sindaco abbia scaricato sui residenti le responsabilità degli ampliamenti di Rida, per aver venduto ad essa parte delle loro proprietà. Quando fu lo stesso sindaco, in conferenza istruttoria del 12/11/2002, ad esprimere in Regione parere favorevole all’ampliamento di RIDA “in quanto l’attività è già esistente ed opera in un territorio già compromesso”. Quindi, con tali premesse, a chi altri avrebbero potuto vendere quelle proprietà, certificate “compromesse” d’ufficio?
I cittadini del quartiere, che ora hanno dato vita all’Associazione Aprilia Libera, hanno per anni denunciato le problematiche connesse (inquinamento acustico, luminoso, olfattivo, traffico pesante di compattatori…), sollevando contestualmente alcuni dubbi circa il rispetto delle norme prescritte per l’installazione ed il funzionamento dell’impianto di trattamento rifiuti in questione.
Oggi, assistiamo al tentativo di silenziare la voce dei cittadini, che evidentemente hanno colpito qualche nervo scoperto, tanto che il rappresentante legale della Rida ha richiesto accertamenti e controlli all’amministrazione comunale di Aprilia, aventi, quali destinatari, i firmatari della lettera aperta dello scorso marzo. Sono dunque state avviate una serie di ispezioni e sopralluoghi da parte della Polizia Locale, relativi a controlli edilizi ed urbanistici, presso le abitazioni dei firmatari residenti della Sacida, dal sapore intimidatorio e non certo casuale.
Perché noi semplici cittadini dobbiamo essere vittime di controlli a tappeto a causa di RIDA, che da una parte richiede di appurare il rispetto della legge e dall’altra osteggia sempre e comunque il rilascio della documentazione amministrativa riguardante l’impianto di trattamento rifiuti, impedendo ai cittadini ogni forma di controllo, in ossequio al principio di trasparenza, volto a tutelare gli aspetti di salute pubblica? Perché ai nostri occhi di comuni mortali questi episodi appaiono come una disparità di trattamento? Sembra quasi di assistere ad un braccio di ferro tra Davide e Golia.
I cittadini di Sacida-Campoverde proseguiranno con determinazione ogni forma di protesta civile per sottolineare che:
1. Questo quartiere è stato abbandonato dall’amministrazione ed i suoi abitanti si sono ritrovati a vivere nelle vicinanze di un mega impianto di rifiuti, in zona agricola vincolata.
2. Questo quartiere aspetta le opere di urbanizzazione primaria, promesse dal 1999 dagli amministratori, promesse reiterate nel 2012, ma ad oggi solo in via Valcamonica, via Valtellina e via Sacida è presente rete gas e illuminazione, mentre ovunque mancano rete fognaria, rete idrica, rete gas, rete stradale, illuminazione urbana…pur pagando le tasse come gli altri abitanti e pur sapendo che i ristori di Rida non sono mai stati impiegati per tali opere.
3. Questo quartiere è stato degradato, deprezzato, snaturato dall’inserimento di impianti, al punto che ci fanno temere conseguenze e chiedere se possano essere fortemente impattanti su tutte le matrici ambientali, in primis la salute.”