I Grillini Apriliani, Cittadini Pentastellati, Aprilia Libera e Aprilia Città degli Alberi si chiedono perché il Comune di Aprilia non aggiorna il regolamento di gestione dei rifiuti in modo da normare la partecipazione alla pulizia dell’ambiente da parte dei volontari, visto che questi riescono ad arrivare dove l’amministrazione, secondo loro, non è in grado di recuperare il degrado causato dall’abbandono della spazzatura.
“Il regolamento di gestione rifiuti urbani ed assimilati agli urbani, attualmente vigente nel Comune di Aprilia, stabilisce, al CAPO IV, le finalità delle giornate ecologiche, cioè “la messa in opera di azioni tese ad aumentare la percentuale della raccolta differenziata di provenienza domestica e a prevenire l’abbandono di rifiuti ingombranti”. All’art.19 sono stati definiti i requisiti generali perché “Le giornate ecologiche devono essere organizzate, conformemente alla normativa di tutela ambientale (…), devono essere organizzate con contenitori o container (scarrabili) a tenuta stagna adeguati alla tipologia di rifiuto da contenere. Inoltre, ogni contenitore deve essere chiaramente contrassegnato con l’indicazione della specifica tipologia di rifiuto”. In ogni caso è regolamentato un servizio svolto dal soggetto gestore che è tenuto a rispettare tutte le norme di igiene ambientale, in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro, provvedendo che i contenitori siano sempre in buono stato e vigilando durante il conferimento dei cittadini.”
“Recentemente stiamo assistendo,- affermano- via via con maggiore frequenza, allo svolgimento di “giornate ecologiche” organizzate da volontari, che vanno a sopperire l’evidente carenza nella pulizia da parte di coloro che vengono pagati per tenere pulita la città. A questi volontari va certamente rivolto un grande ringraziamento, sicuramente i cittadini, che rispettano la legge e soffrono a vedere la città sporca ed invasa dai rifiuti, come noi, apprezzeranno il gesto, ma come si concilia l’attività di volontariato con il patrocinio dell’Ente, quando poi il proprio regolamento non prevede lo svolgimento su base volontaria del servizio? Inoltre, bisogna tener presente tutti i pericoli che possono insorgere per i volontari, per prevenire i quali l’Amministrazione potrebbe provvedere alla sottoscrizione di una polizza che indennizzi nel caso avvengano degli infortuni. In ultimo, sempre nel pieno rispetto della legge, evitare in futuro che i rifiuti raccolti, diversamente da come fatto fino ad oggi, vengano inseriti in buste gialle e nere. Il Testo Unico per l’Ambiente, D. Lgs. 152/2006, non prevede che la totalità della raccolta non possa superare il margine del 20% di materiale sporco, che altrimenti diventerebbe indifferenziato? Chi raccoglie carta, plastica e vetro tra i lotti deve anche provvedere alla pulizia del rifiuto? O trattasi di una attività in capo alla Progetto Ambiente, come anche la separazione del rifiuto prima del conferimento nelle aziende di trattamento finali? O con queste giornate si finisce per alimentare il mercato dell’indifferenziato? Il consiglio comunale, che delibera il regolamento, si avvale anche del prezioso supporto dell’osservatorio sui rifiuti, organismo al quale ambiscono molti esperti e personalità cittadine: possibile che nessuno abbia mai tenuto conto di questo aspetto non secondario?”
“Alcuni Comuni in Italia, hanno approvato regolamenti ad hoc per la partecipazione degli utenti e corsi di formazioni sociale anche alla gestione dei rifiuti, stabilendo sia per l’Ente, che per i volontari una carta dei doveri. Malgrado anni di “corsi” tenuti nelle scuole a sostegno della differenziata, di giornate ecologiche indette per sensibilizzare chi già differenzia, l’amministrazione non sanziona gli incivili, anzi li deresponsabilizza, poiché non prevede controlli. Tutto ciò è inconcepibile, visti i costi dell’azienda che dovrebbe provvedere alla raccolta dei rifiuti, diseducativo nei confronti di chi viola e oltretutto inqualificabile se si pensa che chi rispetta le regole, alla fine deve anche andare a pulire.”
Annalisa Pommella