Simbolo della lotta operaia e della possibilità di un cambiamento concreto, ieri 1 maggio, si è celebrata la Festa dei Lavoratori. Una data simbolica, con la quale si scelse di ricordare i cosiddetti “Martiri di Chicago”, caduti durante la storica rivolta di Haymarket e una giorno per ricordare l’impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti dai lavoratori in campo economico e sociale.
Sebbene ormai molti anni diritti siano stati conquistati dai lavoratori di quasi ogni paese, ogni anno il 1° maggio, ci ricorda che ancora molte sono le lotte da combattere legate al mondo del lavoro, come la disoccupazione giovanile, il precariato e la sicurezza sul lavoro.
A tal proposito in questo giorno simbolico arriva il riconoscimento ufficiale da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ad una vittima del lavoro di Aprilia.
In molti ricorderanno Giorgio Monzi, l’operaio 44enne di Aprilia che nella notte fra il 10 e l’11 novembre morì in un incidente sul lavoro all’aeroporto di Fiumicino.
Lavorava per l’Aviapartner, società che si occupa del carico e scarico bagagli: fu schiacciato tra un carrello ed il portellone di un velivolo, sotto bordo di un volo della Tap Air Portugal appena atterrato da Lisbona.
Il Presidente Giorgio Napolitano ha consegnato alla vedova di Giorgio Monzi la “Stella al Merito del Lavoro” alla memoria durante la celebrazione della Festa del Lavoro al Palazz del Quirunale.
“In questo mio breve intervento- ha precisato Il Presidente Giorgio Napolitano- ho avuto in mente più “il diritto al lavoro”, caposaldo della nostra Costituzione, che “i diritti del lavoro”, pur fortemente affermati anch’essi nella stessa Carta del 1948. La priorità che per ovvi motivi abbiamo dato al primo tema, nulla toglie all’importanza dell’altro. A cominciare da quel diritto alla sicurezza nei luoghi di lavoro – diritto da me costantemente evocato in questi anni, e oggi meglio garantito ma non pienamente, come purtroppo testimoniano le Stelle al merito del lavoro che abbiamo oggi dedicato alla memoria di Giorgio Monzi e di Paolo Bellunato, e saluto con affetto i loro familiari”.
Melania Limongelli