“Tanti ne parlano e ne scrivono, molti le usano come attacco politico, ma non si legge tra i commenti, proprio di quei politici che si candidano a governare questa città, nessuna analisi specifica delle varie criticità, ma solo note superficiali relative all’impedimento al traffico delle nuove piste ciclabili. Le nuove piste ciclabili sono costate 650.000 € e, così come sono state pensate, progettate e realizzate, rappresentano sì un elemento di intasamento del traffico (soprattutto quella lungo via Toscanini), ma questa non è l’unica criticità. Nella Relazione generale del progetto, si legge che gli obiettivi della realizzazione sono, tra gli altri, decongestionare e migliorare il traffico veicolare dell’area, minimizzare i rischi di incidentalità, risanare e migliorare le aree migliorando la qualità architettonica ed incrementando i servizi e potenziare e completare l’anello ciclopedonale esistente. Riteniamo che il raggiungimento di questi obiettivi sia completamente fallito, ma quello più importante a fallire è stata l’assenza di attenzione relativa alla sicurezza per i fruitori della pista.
Infatti, con quest’opera così strutturata (in particolare analizziamo quella lungo via Toscanini) non si è andati a migliorare il traffico, ma a paralizzarlo, si è di fatto aumentato il rischio di incidentalità per via dei troppi incroci a raso con la pista, sono stati diminuiti i parcheggi nell’area di attraversamento e non si completerà mai l’anello ciclopedonale in quanto la pista è riservata alle biciclette, è ciclabile, e non anche ai pedoni, non è ciclopedonale. Relativamente alla sicurezza e ad alcuni particolari della realizzazione non si sarebbe rispettato il Decreto del Ministero dei lavori pubblici n. 557 del 1999: “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili” infatti, in alcuni punti non è stata rispettata la prevista regolarità delle superfici ciclabili per garantire condizioni di agevole transito ai ciclisti essendo stati mantenuti i profondi avvallamenti dei tombini stradali che determinano difficoltà di transito per i ciclisti e il manto stradale risulta crepato (vedi foto allegata), è stato mantenuto un dosso stradale precedentemente esistente, non previsto sulle piste (le bici non vanno rallentate come le auto), le piste realizzate si allagano.
E ancora, non sono stati smussati gli spigoli vivi dei marciapiedi che delimitano la pista da un lato (come invece risulta essere stato fatto negli spartitraffico longitudinali gialli e neri che delimitano la pista dalla carreggiata stradale – vedi foto allegata), ricordo che non essendoci obbligo di indossare il casco, bisogna prevenire che eventuali impatti della testa del ciclista con spigoli vivi, in caso di caduta, possano essere letali. In ultimo, non ci trova concordi l’aver dato la precedenza alle piste ciclabili a scapito dei marciapiedi, che non solo risultano essere oltremodo dissestati, ma sono così stretti da non permettere in alcuni tratti il passaggio né delle mamme con i passeggini né degli invalidi su sedia a rotelle, questi sono infatti costretti a percorrere a piedi una pista che chi l’ha progettata non ne ha previsto l’utilizzo anche dei pedoni (è ciclabile e non pedociclabile). La situazione peggiorerà quando verranno ultimate le piste previste su via Ugo La Malfa e via Bardi, speriamo di riuscire a modificare il progetto prima che “la frittata sia fatta”.
Va aggiunto che, votando l’ex vicesindaco di Terra, rimasto in quella maggioranza per 4 anni e mezzo in cui si sono progettate e approvate le piste, non pensate che la situazione migliorerà visto, anche che la sua coalizione include molti ex di quella avversaria, che pensano di essersi ripuliti con il cambio di casacca, ma che su questo argomento hanno cominciato ipocritamente ad esprimersi solo in campagna elettorale. Siamo d’accordo alle piste ciclabili, ma non realizzate in quel modo e non che siano di ostacolo alla circolazione dei veicoli o che penalizzino i residenti e i commercianti.”
Chiara Ruocco