Aprilia Libera contro il sì della Regione a nuovo impianto rifiuti.

Aprilia Libera contro il sì della Regione a nuovo impianto rifiuti nel quartiere Sacida, “in questa zona in corso protesta da anni”.

 


“Il parere favorevole della Regione Lazio all’ennesimo impianto del proponente Altissimi (progetto presentato dalla MTS per realizzare un CSS – impianto di produzione di combustibile solido secondario da rifiuti per inceneritori -, nel quartiere Sacida), sconcerta, per la gravità delle ripercussioni.

Tutti sanno che in quella zona da anni è in corso una protesta.
Tutti sanno che per averlo gridato ai quattro venti, 100 cittadini sono stati trascinati in tribunale.
Ma la Regione non solo ha permesso, grazie alla Tosini, l’ampliamento di 3 Ha del TBM di Rida da 409.000 t/a di indifferenziato, non solo ha autorizzato la modifica sostanziale dell’impianto del limitrofo di ECO Aprilia da 21.569 t/a (per ora); adesso, in barba alle enormi criticità evidenziate dalla popolazione e dal RUP, ha dato parere favorevole a firma di Consoli, (basato prevalentemente sul silenzio assenso degli enti consultati, vergognosa regola adottata per autorizzare opere che non possono essere valutate sulla base del non pronunciamento) al consumo di altri 2 Ha di Suolo Agricolo E2, per la produzione di combustibile solido secondario per inceneritori, da circa 500.000 t/a, la cui “frequenza di gestione potrà essere innalzata fino a 20 ore/giorno, pari ad una capacità di 825.000 t/anno”.
Entrando nel merito dell’autorizzazione:
• al di là dell’assurdo contrasto con il PRGR del Lazio, che stabilisce una distanza di almeno 1000 m dai nuclei abitati e di almeno 500 m dalle case sparse per gli impianti di trattamento rifiuti (FATTORE ESCLUDENTE: Presenza di edifici sensibili quali scuole, ospedali, centri turistici, impianti sportivi a distanza minima. Aree di espansione residenziale a distanza pari o inferiore a 1000 metri. FATTORI DI ATTENZIONE: Assenza di idonea distanza dall’edificato urbano: >1.000 m; >500 m se case sparse dalla popolazione, in presenza di possibili alternative di localizzazione, si ritiene siano preferibili localizzazioni in ambiti territoriali non caratterizzati da elevata continuità abitativa. Le distanze richieste non devono essere inferiori a 1000 m; in presenza di case sparse la predetta distanza viene ridotta a 500 m.);
• al di là del fatto che in quel sito non esiste un solo FATTORE DI ATTRAZIONE (Aree vicine agli utilizzatori finali, Impianti di smaltimento di rifiuti già esistenti, Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo Ambientale, Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti, Accessibilità da parte dei mezzi conferitori senza particolare aggravio rispetto al traffico locale, Presenza di aree degradate da bonificare, Aree a destinazione industriale);
• al di là del fatto che manchi la valutazione di incidenza sanitaria nella documentazione depositata;
• questa decisione è totalmente in contrasto con le politiche europee, con il Green Deal, con lo
spirito del PNRR, con la riduzione delle emissioni per contrastare il cambiamento climatico, con il riuso, riciclo, recupero dei rifiuti, con l’intera economia circolare!


Chiediamo che il nuovo primo cittadino assolva finalmente al ruolo di tutore della salute pubblica (ruolo mai assolto dai predecessori, ai quali abbiamo chiesto un numero verde per le emergenze ambientali, una dichiarazione di area di crisi ambientale, l’apposizione di vincoli, il monitoraggio ambientale degli impianti industriali, uno studio epidemiologico di corte, i servizi primari, la fornitura di acqua potabile…senza alcun riscontro) e voglia mettere in atto una condotta di opposizione alla decisione, accanto alla popolazione impattata, anche ricorrendo al consiglio europeo, visto che in Italia le direttive, le regole e le leggi non hanno valore.”

 

Chiara Ruocco

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