Vietnam, nazione di contrasti e controsensi. Nazione ricca di storia, tradizioni e cultura, ma ancora in via di sviluppo. Nazione con città da terzo mondo e paesaggi da resort. Hanoi, capitale del Vietnam, ha un modo unico di mischiare l’Occidente con l’Oriente, il passato con il presente.
Abbiamo colto l’occasione di un matrimonio in Giappone per esplorare questo pezzo d’Asia a noi ancora sconosciuto. Per il nostro primo giorno in città avevamo organizzato un tour guidato tramite l’associazione HanoiKids, che offre tour gratuiti della città ai turisti, tenuti da studenti universitari che in questo modo possono migliorare il loro inglese. In cambio ai ragazzi viene offerto il pranzo e vengono pagati i biglietti di ingresso ai vari musei e il trasporto.
La prima tappa del nostro tour è stata il Museo di Etnologia, sotto una pioggia scrosciante. Il museo offre uno sguardo sulla cultura e sulla società vietnamita, con splendide rappresentazioni di attimi di vita quotidiana ed occasioni speciali. Nella zona esterna poi ci sono varie case tipiche, provenienti da varie parti del Vietnam, che sono davvero divertenti da esplorare… un po’ meno durante un nubifragio!
Dopo il museo siamo andati al Tempio della Letteratura, costruito nel 1070 per volere dell’imperatore Ly Thanh Tong che lo dedicò a Confucio, nell’intento di rendere omaggio a eruditi e letterati. Nel 1076 divenne sede della prima università del Vietnam che istruiva i figli dei mandarini e tale rimase fino al 1802, quando l’imperatore Gia Long decise di trasferire l’Università Nazionale ad Hué, la nuova capitale. Il tempio dovrebbe essere un posto piacevole e rilassante. Peccato che, a parte la pioggia torrenziale, quel giorno fosse pieno di turisti e neo laureati che, da tradizione, vanno al tempio a farsi fotografare.
Dopo un ottimo pranzo tradizionale ci siamo addentrati nel quartiere vecchio e in quello francese, respirando i contrasti di questo incredibile Paese e assorbendo a pieno la storia di questa antica città. All’inizio del XX secolo la città era costituita da sole 36 strade, la maggior parte delle quali si trovano oggi nel quartiere vecchio. A quel tempo ogni strada aveva mercanti e famiglie specializzati, come venditori di seta e di gioielli, e i nomi attuali delle strade riflettono proprio quella specializzazione originale. La più famosa è la Via dell’Argento. Il quartiere francese invece si è sviluppato sotto il dominio coloniale della Francia, che ha imposto il proprio stile alla città, ancora evidente se si osservano le boulevard alberate, l’Opera, la Banca Generale del Vietnam, il Palazzo Presidenziale, la Cattedrale di San Giuseppe e lo storico Hotel Metropole (dove si dice che Charlie Chaplin sia stato in viaggio di nozze).
Questi quartieri si trovano attorno al Lago Verde (Hoàn Kiếm), detto anche il “Lago della Spada Restituita”, vero cuore della città di Hanoi. Leggenda vuole che l’imperatore Lê Lợi (vissuto fra il XIV e XV secolo, fondatore della dinastia Lê e vittorioso combattente; fu lui ad ottenere l’indipendenza dalla Cina nel 1427) dovesse la sua audacia e abilità a un aiuto divino sottoforma di spada donata dal dio Kim Qui (“tartaruga dorata”). Un giorno, mentre il sovrano si trovava in barca sul lago in questione, una tartaruga, rappresentante della divinità, venne a reclamare l’arma e Lê Lợi gliela diede. Per commemorare l’evento divino chiamò il lago col nome attuale. La tartaruga in questione riposa oggi in un piccolo tempio al centro del lago. Cosa molto curiosa è che nel lago vivono delle specie in via d’estinzione di tartarughe giganti e longeve! Si dice che esse si mostrino solo in determinati eventi, e se qualcuno le vede venire fuori è segno di un’immensa fortuna.
Il secondo giorno della nostra permanenza ad Hanoi, sempre sotto la pioggia, siamo andati a visitare la prigione di Hoa Lo, usata dai coloni francesi per i prigionieri politici e in seguito dal Vietnam del Nord per i prigionieri di guerra durante la guerra del Vietnam, quando era sarcasticamente soprannominata dai prigionieri americani “Hotel Hilton”. Negli anni Novanta la maggior parte della prigione è stata demolita, ma una parte rimane come museo ed è visitabile. Tutta la storia della prigione è raccontata molto bene e nel dettaglio con i tanti pannelli che adornano tutte le sale. Molto toccante la parte del braccio della morte e la zona delle donne e dei bambini.
Dopo la prigione siamo andati a visitare il Museo di Storia del Vietnam (Bao Tang Lich Su), che presenta resti e riproduzioni dalla preistoria ai giorni nostri. Personalmente ho trovato il museo bellissimo dal punto di vista estetico, soprattutto all’esterno, ma alquanto noioso nel contenuto. Purtroppo non abbiamo potuto visitare l’adiacente Museo di Storia Militare perché era chiuso.
Sfortunatamente in questo viaggio non ci è stato neanche possibile visitare il mausoleo di Ho Chi Minh, in quanto il corpo si trovava in Russia per il cambio dei fluidi per l’imbalsamazione. Peccato, perché sarebbe stato davvero interessante vedere quest’icona del Vietnam. Sarà per un’altra volta. Intanto abbiamo potuto ammirare il mausoleo da fuori, e la pagoda su un pilastro lì vicino, considerata una delle più emblematiche del paese.
La seconda sera in città abbiamo avuto la possibilità di assistere a uno spettacolo di marionette sull’acqua, un’esibizione tradizionale vietnamita. Originario dei villaggi della regione settentrionale del delta del Fiume Rosso, il teatro delle marionette sull’acqua attuale è l’adattamento al gusto moderno degli spettacoli tradizionali risalenti all’XI secolo. Come in altri spettacoli tradizionali vietnamiti, lo spettacolo inizia con un attacco musicale, a creare un’atmosfera gioiosa. L’orchestra, a differenza dello spettacolo delle origini, è oggi composta da musicisti professionisti. A me è molto piaciuto lo spettacolo, molto tradizionale e divertente per spettatori di ogni età.
Dopo questi due giorni di pioggia e traffico ad Hanoi ci siamo regalati una mini crociera nella baia di Ha Long. Riconosciuta dal 1994 come patrimonio dell’umanità per il suo incredibile e universale valore estetico, dal 2000 è stata inoltre dichiarata come uno degli esempi eminenti dei processi ecologici e biologici in corso nell’evoluzione dell’ecosistema. Inutile dire che si tratta di una baia di una bellezza unica e inimmaginabile. Una leggenda locale dice che molti anni fa i vietnamiti stessero combattendo gli invasori cinesi e gli dei mandarono una famiglia di dragoni per aiutarli. Questi dragoni iniziarono a sputare gioielli che si trasformarono nelle isole ed isolotti che punteggiano la baia, unendoli poi per formare una muraglia contro gli invasori. I vietnamiti salvarono la propria terra e la trasformarono in quello che poi sarebbe diventato il Vietnam. Il luogo in cui atterrò il dragone madre venne chiamato Hạ Long, il luogo in cui arrivarono i figli prese invece il nome di Bái Tử Long (Bái: essere al seguito di, Tử: figli, Long: dragone), ed il posto in cui i figli agitarono violentemente le proprie code venne chiamato Bạch Long Vỹ (Bạch: colore bianco della schiuma, Long: dragone, Vỹ: coda).
La baia contiene una densa concentrazione di 1969 isole calcaree monolitiche, ognuna delle quali ricoperta da fitta vegetazione, che si ergono dall’oceano. Molte delle isole sono vuote, e contengono enormi grotte. Hang Đầu Gỗ contiene la più grande grotta della baia, che abbiamo potuto vedere nel secondo giorno della nostra crociera. Esploratori francesi la scoprirono nel 1901, chiamandola “La grotta delle meraviglie”. Le sue tre grandi camere contengono numerose grosse stalattiti e stalagmiti (oltre a graffiti del XIX secolo). Dall’entrata della grotta inoltre si gode una vista meravigliosa sulla baia, che toglie letteralmente il fiato.
Durante la crociera abbiamo anche avuto modo di visitare uno dei vari villaggi galleggianti di pescatori della baia. Questi pescatori setacciano giornalmente le acque poco profonde alla ricerca di 200 specie di pesci e 450 di molluschi. Quello visitato da noi era il più grande di questi villaggi, Vung Vieng. Potevamo scegliere se noleggiare una canoa o farci trasportare su una barchetta di bambù da una delle donne o giovani del villaggio. Infatti la pesca è un’attività riservata solo agli uomini, che la compiono di notte, e quindi di giorno si riposano, mentre le donne e i ragazzi si occupano dei turisti. Il giro del villaggio è durato un’oretta ed è stato spettacolare: vedere queste case sull’acqua, con bambini, cani e gatti e pensare al tipo di vita che conducono, è stato davvero molto intenso. Nel villaggio c’è una scuola, e i “negozi” sono composti da barche che passano di casa in casa a vendere i prodotti che una volta alla settimana arrivano dalla terraferma. Le case hanno un generatore per qualche ora la sera, ma niente acqua corrente. Per lavarsi o lavare i piatti e i panni usano l’acqua del mare, la stessa in cui scaricano i rifiuti dei “bagni”. Sicuramente non riesco a immaginare uno stile di vita più diverso dal nostro.
Purtroppo questo viaggio alla scoperta di Hanoi e Ha Long è durato poco, ma ci ha sicuramente lasciato la voglia di tornare, magari per scoprire anche il sud tropicale!