“Aspettiamo di vedere il piano sulle partecipate comunali che la legge impone entro il 31 luglio con l’auspicio che non si butti al mare la gestione pubblica dei servizi e la dignità dei lavoratori” – è quanto afferma Vincenzo Castrillo, coordinatore provinciale di Latina dell’area Civati del Pd sulla proposta del nuovo statuto e dei nuovi contratti di servizio tra il Comune e la municipalizzata. Nei dibattiti politici sul destino della Multiservizi, “in questi anni è mancata e purtroppo continua a mancare” proprio “la tutela della dignità del lavoratore”.
L’area Civati difende con forza la scelta di gestione in house dei servizi al cittadino, compreso il settore tecnologico. Si presenta, in tal senso, con una proposta che mira a rendere efficiente il servizio. “Indipendentemente dagli errori di gestione, che devono essere corretti e che comunque sono al vaglio della magistratura contabile – ha spiegato Castrillo – in questi anni si è creduto, sbagliando e generalizzando, che la Multiservizi fosse un carrozzone sulle spalle del Comune e che il Comune spendesse per essa, un obolo dovuto come se fosse di natura assistenziale. In questo modo da dieci anni a questa parte, si sono prospettate riforme aziendali con l’unico scopo di tagliare il costo del lavoro: privatizzazione, liquidazione, assorbimento di manodopera alla Progetto Ambiente, partecipazione con quote private. Noi vogliamo ribadire con forza che la Multiservizi non è un carrozzone assistenziale. Alla Multiservizi lavorano persone che hanno diritto alla loro dignità di lavoratori e hanno diritto ad una valorizzazione del lavoro svolto”.
“A titolo di esempio prendiamo il settore tecnologico che l’amministrazione comunale vorrebbe svuotare di personale per privatizzarlo. Attualmente al tecnologico vi lavorano circa 30 persone (7 giardinieri che devono curare 54 ettari di verde pubblico comunale, 7 elettricisti, 3 idraulici, 2 pittori, un muratore, 3 addetti alla segnaletica stradale, 2 asfaltisti, 2 alla ferramenta, un magazziniere e un addetto all’affissione e deaffissione dei manifesti). Gli addetti del settore tecnologico della Multiservizi hanno montato, con notevole risparmio per le casse comunali, tutta la videosorveglianza che oggi copre una grande fetta del territorio comunale (scuole, chiese, piazze, Capanna Murata, parcheggio di Campoleone, ufficio tributi, stadio e cimitero). Tanto che il Comune di Anzio, che avrebbe dovuto riparare l’impianto, ha chiesto l’intervento degli operai della Multiservizi di Aprilia. Tinteggiano le aule. L’anno scorso hanno tinteggiato tutti gli interni (otto aule) della scuola Vallelata e l’intera Gramsci. Riparano le buche. Sono i cosiddetti interventi “tampone”. Quando viene segnalata una buca, il Comune compra l’asfalto che viene steso dagli operai della Multiservizi.”
“Per ora si tratta di interventi tampone perché non ci sono i mezzi necessari per rifare ampi tratti di manto come ad esempio una fresatrice. Ma anche questo servizio potrebbe essere gestito in house se si investisse in macchinari con due grandi vantaggi: il primo sarebbe il risparmio delle casse comunali attualmente costrette a liquidare ditte private per asfaltare le strade. Il secondo sarebbe la garanzia di un piano di manutenzione continuo che essendo in mano al pubblico avrebbe una visione d’insieme e non sarebbe spezzettato da continui affidamenti privati. Nella Multiservizi ci sono quegli operai che intervengono anche se non è loro competenza. Lo abbiamo visto in via Milano quando un cedimento dovuto all’impianto idrico ha divelto il manto proprio nel giorno della processione del corpus domini. L’intervento sarebbe toccato ad Acqualatina, ma vista l’inerzia prima della processione, è stato fatto dalla Multiservizi.”
“La nostra proposta è quella di potenziare il servizio tecnologico della Multiservizi, non svuotarlo – racconta Castrillo – dotandolo dei mezzi necessari per operare con efficienza. La spending review parla di un taglio del 2,5% annuo nel 2014 e del 4% nel 2015 ai servizi comunali. Si potrebbe utilizzare questo risparmio per investire sulle attrezzature. Inoltre una maggiore razionalizzazione non può contenere l’allargamento dei servizi offerti. Il che darebbe l’idea di un generale caos per il quale tutti farebbero tutto. Semmai l’idea sarebbe di razionalizzare quelli esistenti, potenziando quei settori carenti come i giardinieri, i muratori e l’asfalto di modo da renderli efficienti non solo per i piccoli interventi, ma come nel caso degli asfaltisti, per lavorare anche su tratti di manto stradale. Inoltre incentivi sulla produzione, farebbero leva anche sugli operai invogliati a fare di più. Aspettiamo di vedere il piano sulle partecipate comunali che la legge impone entro il 31 luglio con l’auspicio che non si butti al mare la gestione pubblica dei servizi e la dignità dei lavoratori”.
Melania Limongelli