“La questione della riorganizzazione degli enti è una delle più complicate e dirimenti quando si parla di risparmio ed efficienza della spesa pubblica”. Ad affermarlo è Filippo Treiani, membro direzione regionale del Partito Democratico.
“All’interno della riorganizzazione ed ammodernamento di questi enti troviamo certamente la questione dei consorzi, in particolare, nel nostro territorio, del Consorzio ASI, Consorzio per lo sviluppo industriale che, a norma dell’art.36 della legge 317/1991, è un ente pubblico economico e rappresenta lo strumento organizzativo dei soggetti costituenti, dotato di autonomia imprenditoriale. Tra i soggetti costituenti troviamo Comuni come Roma, Latina, Aprilia, Velletri, Cisterna di Latina. Troviamo inoltre la Provincia di Latina, la Provincia di Roma, Unindustria ed altri. L’art.3 dello Statuto del Consorzio ASI ne prevede una durata di almeno 50 anni, prorogabili. La materia dei Consorzi – continua Treiani – nata con l’intento di rispondere all’esigenza di correggere gli eccessi del municipalismo e di ridurre i rilevanti squilibri tra i comuni italiani, in favore soprattutto dei comuni più sfavoriti sul piano delle risorse umane e materiali è stata però, negli ultimi anni, presa di mira all’interno della volontà (e della necessità) di riorganizzazione delle spesa pubblica, anche di quella degli enti locali.”
Treiani fa riferimento all’art.2 della legge 23.12.2010 comma 186 lettera E (Finanziaria 2010)dove sievidenzia la necessità che i Comuni, in relazione alla riduzione del contributo ordinario debbano adottare alcune misure tra cui la “soppressione dei consorzi di funzioni tra gli enti locali, facendo salvi i rapporti di lavoro a tempo indeterminato esistenti, con assunzione delle funzioni gia’ esercitate dai consorzi soppressi e delle relative risorse e con successione ai medesimi consorzi in tutti i rapporti giuridici e ad ogni altro effetto”.
“Questa disposizione, seppur necessitante di verifiche più approfondite, sembra possa considerare al proprio interno – afferma il membro direzione regionale del Partito Democratico – anche quei consorzi industriali di cui si parla e potrebbe quindi condurci (come previsto all’art.4 comma 5 dello Statuto del Consorzio ASI), allo scioglimento del Consorzio con la conseguente nomina, da parte della Giunta Regionale, del liquidatore. Pur restando una materia molto complessa, i soggetti che compongono il consorzio e la Regione (Aprilia, ad esempio, detiene una quota di rappresentanza del 6,04% e nel solo 2013 ha garantito un contributo di dotazione di 19.328 euro) debbono valutare se sussistano gli elementi normativi per sciogliere il consorzio”. Quest’ultimo ha una funzione molto incisiva e “che inciderà con una variante, nel territorio di Aprilia, di centinaia di ettari da agricoli, in industriali e peggio, come molti esperti prevedono, commerciali.”
“Esistono alcuni elementi di discussione dottrinale sulla questione – spiega Treiani – e secondo la Corte dei Conti si salverebbero esclusivamente (non rientrerebbero quindi, all’interno del art.2 al 186 lettera E) quei consorzi con funzioni socio-assistenziali.”