Il Circolo ‘Domenico Rognini’ del Partito di Rifondazione Comunista ha recentemente fatto presente la problematica relativa all’integrazione nelle scuole apriliane dei bambini Rom, integrazione ‘inesistente’, a detta del Circolo, dal momento che sembrano esserci sempre più bambini appartenenti alle comunità nomadi che durante le ore di lezione non si trovano entro le mura scolastiche.
La situazione, a detta del Circolo, sembra essersi aggravata nel corso del trascorso anno scolastico, senza che si sia giunti ad una vera e propria risoluzione, nel più totale immobilismo dell’Assessore alla Cultura Barbaliscia che avrebbe deviato il problema per mezzo di ‘appuntamenti saltati’ e ‘rassicurazioni verbali ricevute in attesa di risposte concrete’.
Dal canto suo, l’assessore risponde: “Non ci sono mai state lunghe file o attese. Solo in un’occasione, in seguito ad un imprevisto, non ho potuto incontrare subito i rappresentanti del Circolo”. Aggiunge poi: “Io, per la carica che ricopro, non potrei mai vietare il diritto allo studio, anzi. Le problematiche d’integrazione riscontrate non dipendono dall’Amministrazione, bensì dalle famiglie dei bambini che evitano di seguire l’iter stabilito per l’iscrizione scolastica”. Conclude l’assessore sottolineando che: “in passato l’Ufficio Trasporti ha anche messo a disposizione biglietti gratuiti per il trasporto dei bambini sino all’edificio scolastico. Molti di loro non ne hanno usufruito. Il problema non coinvolge l’Amministrazione dal momento che le famiglie devono per prime avere a cuore l’istruzione dei propri figli ed assicurare loro la propria partecipazione al processo educativo”.
Nella nota del Circolo del Prc si legge infine: “noi restiamo convinti che tentare l’integrazione, aprire una porta alle nuove generazioni, attraverso la quale cercare una nuova possibilità al di fuori dell’accattonaggio, della miseria o della piccola delinquenza sia la strada giusta per dare anche a noi stessi una possibilità nuova: quella di governare il territorio, piuttosto che vivacchiare cercando di difendere il proprio mondo irreale”.
Sofia Boni