Una grande mostra di Francesco Guadagnuolo nella Sala Nervi in Vaticano che disegna l’impegno della Chiesa verso gli infermi
Saranno 28 i quadri del pittore Francesco Guadagnuolo esposti nella mostra ”La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti”, che sarà inaugurata nell’atrio dell’Aula Paolo VI della Città del Vaticano il 9 febbraio prossimo alle ore 9,30. L’esposizione, farà parte del nutrito calendario di celebrazioni messo a punto dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, in occasione del venticinquesimo anniversario della propria istituzione e della diciottesima Giornata Mondiale del Malato, in programma a Roma e in Vaticano tra il 9 e l’11 febbraio 2910. Il soggetto principale dei quadri esposti, realizzati con tecniche miste, è il Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II, che 25 anni fa istituì il Dicastero, e il suo rapporto con la sofferenza. “La mostra di pittura è destinata a costituire – spiega mons. Jose’ L. Redrado, Segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari – un corollario artistico-culturale alle celebrazioni religiose in programma per il XXV del Dicastero”. Tre giornate che hanno come motivo conduttore proprio il titolo del Messaggio di Papa Benedetto XVI dedicato all’occasione: ”La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti”.
Il Maestro Guadagnuolo, artista contemporaneo di fama mondiale nell’arte cristiana, considerato uno dei maggiori artisti del rinnovamento dell’iconografia dell’arte sacra. Le opere sono dedicate al Pontificato di Giovanni Paolo II e agli ultimi anni di sofferenza vissuti dal Santo Padre. Si legge nella Lettera Apostolica: “nella sofferenza si nasconde una particolare forza che avvicina interiormente l’uomo a Cristo, una particolare grazia”, ma soprattutto il Papa afferma che “nel programma messianico di Cristo, che è insieme il programma del Regno di Dio, la sofferenza è presente nel mondo per sprigionare amore”, infatti, le opere del Maestro Francesco Guadagnuolo sono fonti di riflessioni di speranza, come lo è la lettera Apostolica Salvifici Doloris.
La mostra dopo il Vaticano farà tappa durante tutto l’anno giubilare nelle località dove si sono svolte le Giornate Mondiali del Malato, facendosi portatrice di un messaggio d’Amore e di Speranza nel mondo intero. Sono opere che parlano da sole e che riguardano il grande Pontefice, da cui l’artista aveva meritato particolare stima personale e di cui si è fatto “cantore” sia delle opere letterarie sia del suo drammatico percorso di sofferenze e di universale esemplarità negli ultimi anni. A lui si deve la firma di questi ritratti del Papa che esprimono, con tragica intensità, un’impressionante testimonianza della sofferenza umana, eseguiti durante il Suo Pontificato, un percorso che giunge fino agli ultimi giorni tanto dolorosamente segnati. Di questi ritratti la critica ha asserito che Guadagnuolo “ha dato inizio ad una nuova ritrattistica papale, «della sofferenza» appunto, che, a differenza dei suoi predecessori, Papa Wojtyła non ha voluto celare, facendone anzi un punto di forza al termine del suo Pontificato con l’offrire un grande esempio per tutta l’umanità dolente”. Guadagnuolo è riuscito a ritrarre Papa Wojtyla dal profondo mutando il suo volto ad icona della sofferenza che prende su di sé il martirio in protezione dell’intera umanità. Così il suo messaggio si può tramutare: la Croce diviene riscatto di Risurrezione e il dolore trionfo di Dio per il mondo. I lavori del Guadagnuolo esprimono questo grande mistero, che ci fa riflettere sulla santità del Santo Padre che ha dedicato tutta la sua vita ad amare Dio.
Il ritratto del Papa che l’artista ha realizzato in occasione dell’apertura della Porta Santa in San Pietro, nel Giubileo del 2000, è molto eloquente: lo si vede chinato in intimo raccoglimento, come staccato dal mondo terreno in una dimensione trascendentale. Altri quadri di Guadagnuolo, come la Via Crucis al Colosseo, emanano energia, spiritualità, sentimento: con la schiena curva del Pontefice e il volto appoggiato sulla croce diventa compenetrazione con le afflizioni di Gesù. Giovanni Paolo II viene interpretato poi, in preghiera, in contemplazione e in momenti particolari del Pontificato e per il mondo dei fedeli, come il grave attentato a Piazza San Pietro, oppure il Papa al Muro del Pianto a Gerusalemme con la “richiesta di perdono”, il Pontefice è ritratto da Guadagnuolo in preghiera affaticato e ammalato, è un messaggio toccante di vita e di afflizione. Mentre il ritratto del suo volto nell’ultima apparizione pubblica dal Palazzo Apostolico, rappresenta il più alto dolore sublimato, ormai impedito di comunicare alla moltitudine di fedeli che l’aspettava, Guadagnuolo lo raffigura alla sua finestra, mentre appare dallo sfondo la leggera tenda in forma di sudario mosso dal vento. Guadagnuolo ha visto persino il grande Papa deceduto e l’ha personificato nell’eroicità della morte cristiana.
Papa Wojtyla è stato un mistico e Guadagnuolo lo ha sempre ritratto da questo punto di vista. Le immagini, infatti, hanno in sé una particolare aspirazione di ricerca dell’Assoluto che l’Artista ci porta a vedere il Pontefice che con la sola forza della sua preghiera riusciva a distaccarsi dalla vita reale, ponendosi in una dimensione del tutto spirituale.
«Attraverso le opere del Maestro – scrive nell’introduzione in catalogo S.E. Mons. Zygmunt Zimowski Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari – rivisiteremo gli ultimi anni che hanno caratterizzato il Pontificato del Servo di Dio Giovanni Paolo II, il suo eroismo nell’affrontare la sofferenza e la malattia intesa in un’ottica di Salvezza, l’Ascolto e l’apertura verso l’Altro nella sua missione di Buon Samaritano, la Passione e la spiritualità che animò gran parte del suo Pontificato e si concluderà con un messaggio di Amore e di Speranza».
L’arte rivolta a soggetti sacri del Maestro Francesco Guadagnuolo è stata valutata dalla critica come totalmente innovativa, per aver egli coniugato quotidianità, umanità e spiritualità.
La mostra verrà inaugurata martedì 9 febbraio 2010 e rimarrà aperta sino all’11 febbraio 2010 nella Sala Nervi, Città del Vaticano (Per l’ingresso si dovrà essere muniti di un cartellino nominativo di riconoscimento che si potrà ritirare negli Uffici del Pontificio Consiglio, in Via della Conciliazione 3)