Nonostante le denunce esposte in passato dagli abitanti di Borgo
Montello, continuano in maniera costante i miasmi. Le emissioni
moleste risulterebbero intense e, a detta di alcune famiglie
originarie della zona, addirittura micidiali; le persone, anche nel caldo umido della stagione estiva, sarebbero costrette ad una clausura forzata nelle proprie abitazioni.
Ruba l’occhio il dover vivere continuamente con finestre e porte
rigorosamente sigillate. Nella primavera del 2014 gli stessi cittadini si sono resi protagonisti di una sollecitazione di intervento all’Arpa Lazio, la quale dopo alcuni sopralluoghi avrebbe effettivamente confermato la reale esistenza dei cattivi odori nei pressi degli impianti.
Da rilevazioni, l’Arpa ha concluso che alcune norme nella gestione della copertura dei rifiuti abbancati non sarebbero state rispettate, provocando il diffondersi di miasmi nati proprio a causa di quella parte di rifiuti rimasti esposti all’aria aperta. Ulteriori controlli stanno per essere eseguiti dalla stessa Arpa, che si impegnerà in un futuro abbastanza prossimo a rendere pubblici i risultati delle analisi. Più netta potrebbe apparire invece la presa di posizione dell’agenzia regionale, che accuserebbe nemmeno tanto velatamente la gestione della discarica di Borgo Montello, le cui misure di contenimento dei miasmi – a detta della stessa agenzia regionale – risulterebbero abbastanza superficiali.
La relazione prosegue individuando nella modalità gestionale dei
biogas il vero e proprio problema critico, che unitamente ad altri fattori potrebbe alla lunga diventare fonte di diffusione di emissioni particolarmente fastidiose.
Le denunce dei residenti, basandosi sulle testimonianze degli stessi, risulterebbero ascoltate solo parzialmente, e malgrado gli esiti del monitoraggio la Regione avrebbe concesso un ingrandimento del servizio.
Dal duplice sopralluogo tenuto in primavera dall’Arpa Lazio,
apprendiamo dal blog del noto ambientalista pontino Giorgio Libralato, è risultato subito evidente che i cattivi odori che da mesi costringono gli abitanti a vivere in regime di clausura deriverebbero effettivamente da un trattamento quantomeno non accurato dei cumuli di immondizia.
Tuttavia risulterebbe e sembrerebbe che nessun ente né persona abbia una forza tale da imporre un sistema maggiormente proficuo di trattamento nelle discariche.
Anche un dirigente del settore ambiente ed un membro della Polizia provinciale, prosegue il blog, avrebbero testimoniato di nutrire dubbi e curiosità riguardo la particolare faccenda.
Melania Orazi