Arriva la blu economy per un paese sempre più sostenibile
Evoluzione della green economy maggiormente accessibile e competitiva.
L’economia verde ha una nuova evoluzione. Mentre nella seconda settimana di dicembre i delegati di Paesi di tutto il mondo si sono incontrati a Cancun, in Messico, per confrontarsi nuovamente sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, nuovi fronti degli affari si impegnano a ridurre a zero l’impatto sull’ambiente – andando quindi più in là della cosidetta “green economy” che si prefiggeva di ridurre l’inquinamento.
Il nuovo paradigma si chiama “blue economy”, ed è stato elaborato dall’economista belga Gunter Pauli, fondatore della Zero Emission Initiative. L’idea è di creare un nuovo modello di fare impresa che rispetti il futuro, le persone e l’ecosistema attraverso l’attenzione a tutti i passaggi del sistema produttivo. Pauli ha spiegato tutto nel libro “Blue economy: 10 anni, 100 innovazioni, 100 milioni di posti di lavoro”. L’idea del business è centrale: non si perde di vista la competitività sul mercato, facendo in modo che sia disponibile in maniera massiva ciò che con il sistema “verde” era si con l’idea di un prodotto ecosostenibile ma destinato ad una nicchia di mercato. Il problema rimane sempre quello di uno sviluppo sostenibile, che non metta a repentaglio le generazioni future. L’attuale economia produce danneggiando gli equilibri del pianeta, da ciò nasce l’esigenza di un nuovo approccio che riduca a zero l’impatto sull’ecosistema.
A questo proposito Pauli parla di sviluppo dei principi fisici e di biomimesi, cioè dello studio e dell’imitazione dei comportamenti degli esseri viventi e dei meccanismi della natura per migliorare i processi produttivi o crearne di nuovi. Applicando questi principi, per esempio, il professore Jorge Reynolds ha inventato un pacemaker senza batterie: sfruttando le conoscenze sulla vita degli organismi viventi in relazione all’ambiente ha trovato la maniera di alimentare l’apparecchio con la temperatura corporea e con la pressione generata dalla voce.
L’ottica si può applicare anche alla gestione dei rifiuti. La raccolta differenziata può permettere un riutilizzo di materie prime con un abbattimento dell’impatto ambientale e dei costi industriali. I diversi trattamenti dell’umido stanno inoltre aprendo la strada ad un suo utilizzo come combustibile secco e inodore.
Anche a livello di cooperazione internazionale si stanno prendendo iniziative improntate sulle idee dell’economista belga. Già nel dicembre del 2009, in una conferenza tenutasi in Sicilia, i rappresentanti dell’isola con quelli di Paesi del bacino Mediterraneo (tra questi Egitto, Libia, Malta e Algeria) hanno discusso per una direzione “blu” da dare alla cooperazione per la pesca nel mare comune, con l’intenzione di creare un Distretto unico basato sui principi di collaborazione e responsabilità.
Alessandro Mangoni