“Una politica di tatticismi ha prodotto un risultato devastante: un partito privo di identità e di vitalità. Il colpo di grazia? Un accordo con il Nuovo Centro Destra in provincia che ieri è tornato al timone del governo di Latina con Forza Italia e Fratelli d’Italia”,queste sono le dichiarazioni di Vincenzo Castrillo, coordinatore area Civati provincia di Latina, e Riccardo Toffoli, componente della direzione provinciale, sempre area Civati. “Un vero capolavoro di cui si deve assumere le responsabilità politiche il segretario provinciale Pd, Salvatore La Penna. Il voto di fiducia al sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, ha rimesso al timone della città di Latina una coalizione di centrodestra di cui fa parte lo stesso Nuovo Centro Destra che, invece per le elezioni provinciali di secondo livello, ha chiuso l’accordo con il Partito Democratico. Una politica seria, una politica che almeno si dovrebbe basare sulla possibilità dell’alternanza, non può permettere che tutti siano al governo di tutto. Si perde credibilità di fronte all’elettorato e di fronte ai cittadini. L’assurdo della situazione politica locale premia il Nuovo Centro Destra che governa dovunque: a Latina con il presidente della provincia Della Penna insieme al Pd e a Latina nella maggioranza Di Giorgi, insieme a Forza Italia. Come area Civati, avevamo preso le distanze da un’alleanza con Ncd nelle provinciali, che avrebbe portato il Partito Democratico verso posizioni non credibili e soprattutto snaturate rispetto alla tradizione del partito. In virtù di quest’accordo il Partito Democratico ha rinunciato a candidare un suo presidente della provincia, passando la mano al Nuovo Centro Destra e limitandosi così ad appoggiare una candidatura esterna al partito. Il tentativo fallito di chiudere l’accordo con le liste civiche ha aggravato queste strettoie politiche provinciali e ha dimostrato agli elettori che, dietro agli intenti e ai volti di facciata, si nascondevano i soliti nomi che da anni governano Latina. Si è preferito rinnovare la carta da parati piuttosto che rinnovare la casa della provincia di Latina. L’accordo ha generato confusione nell’elettorato del centrosinistra, confusione che aumenta ora che il Nuovo Centro Destra è tornato al governo della città di Latina con Giovanni Di Giorgi. Cambiano i palazzi e le scrivanie, ma chi governa la provincia è anche chi governa la città di Latina. Non può essere sbandierata una discontinuità amministrativa a livello provinciale, se a cambiare sono solo le “succursali” politiche di una presidenza che è espressione del Nuovo Centro Destra”.
“Nessuno nega l’ambizione del Partito Democratico a diventare partito di governo cittadino e provinciale. Ma ci sono tempi e modi della politica che vanno rispettati. Prima di tutto ci sono le idee, quelle “condivise” all’interno di un partito che sappia discutere costruttivamente, quindi c’è un programma che crei un’alternativa di governo, poi ci sono gli accordi su piattaforme. Si tratta forse di vecchia politica, ma come area ci affidiamo di più ad una politica delle idee che si trasforma in fare per i cittadini, piuttosto che ad una politica delle tattiche e degli annunci a spot. Oltre a generare confusione e disorientamento nell’elettorato, accordi del genere stanno dimostrando di essere dannosi persino alla partecipazione attiva all’interno del partito. Una disaffezione che colpisce non solo la base degli iscritti ma la stessa classe dirigente. Le ultime direzioni provinciali sono state pressoché vuote e non hanno raggiunto il numero legale per deliberare. Lo stesso è accaduto all’assemblea provinciale. Sono sintomi di un partito malato che a colpi di tattiche calate dall’alto, sta perdendo la sua identità e di conseguenza la sua vitalità. Ecco perché diamo a Salvatore La Penna uno zero in pagella. Urge una profonda discussione interna su ciò che il Partito è diventato e ciò che vuole essere”, concludono Toffoli e Castrillo.
A.M.