Nel 2014 solo a Delhi il numero degli stupri ha raggiunto quota 1700.
L’Alta Corte della capitale ha ricevuto da parte della polizia un rapporto contenente le statistiche relative agli episodi di molestie sessuali denunciati alle autorità da gennaio a ottobre 2014.
I dati potrebbero rilanciare il cosiddetto “allarme stupri”, rafforzando la pessima reputazione di New Delhi, la “Rape Capital” del subcontinente indiano. Dal gennaio all’ottobre del 2014, nella zona metropolitana di New Delhi si sono registrati ben 1704 casi di violenza sessuale.
Le autorità hanno varato una serie di provvedimenti per “rendere le città più sicure per le donne”. A New Delhi sono stati vietati i vetri oscurati sugli autobus, sono aumentate le pattuglie per strada di notte e inserite le telecamere di sicurezza nei quartieri della movida.
Negli ultimi tempi si registra un aumento delle denunce e questo non comporta necessariamente un aumento dei crimini commessi, ma dimostra come le donne non abbiano più paura di denunciare e rendere pubbliche le violenze subite. Un risultato che lascia ben sperare per il futuro del paese indignato dall’orrore della violenza sessuale.
Anche la tecnologia viene chiamata in causa per contribuire alla sicurezza delle donne: la polizia di New Delhi ha presentato una nuova ‘app’.
Himmat (Coraggio), questo è il nome della nuova ‘app’ presentata ufficilmente dal ministro dell’interno Rajnath Singh. Secondo un responsabile della polizia, una volta scaricata, l’app permetterà al possessore del cellulare di chiamare direttamente la sala operativa della polizia e di attivare per 30 secondi una registrazione audio e video.
Scaricando l’applicazione, l’utilizzatore dovrà inserire i numeri telefonici di cinque suoi parenti o amici che riceveranno un messaggio urgente in caso di un SOS.
Senza ombra di dubbio è importante utilizzare tutti i supporti tecnologici a disposizione ma è fondamentale ricordare il ruolo primario dell’educazione al rispetto dell’altro soprattutto in una società patriarcale sopravvissuta all’impatto con la globalizzazione che ancora oggi, nelle campagne come nelle metropoli del boom indiano, discrimina sistematicamente le donne indiane di ogni età, casta e ceto sociale.
Alessia Locicero