Il carcere di Velletri in pieno tumulto, arriva la diffida da parte del Sindacato di Polizia Penitenziaria nei confronti del Direttore.
Il Sindacato a più riprese e per diverse ragioni ha denunciato agli organi competenti la cattiva gestione della struttura stessa e delle poche risorse umane presenti al suo interno.
La situazione sembra sfuggire quindi di mano all’amministrazione penitenziaria, la quale è chiamata con continuità a fronteggiare eventi critici e ciò si ripercuoterebbe negativamente su tutti i settori interni.
La carenza di personale è uno dei fattori che genera ansie e malcontenti, legato anche ad una non equa gestione di quelle poche risorse umane presenti nell’istituto: il personale di polizia penitenziaria maschile e femminile sembra non essere impiegato secondo il principio dell’eguaglianza di posizione, attitudine e dignità professionali, dando vita così a nuovi fonti di malcontento.
Occorre – si legge nel comunicato del Sippe – applicare tale principio nei modi previsti dalla legge e mettere in atto tutte quelle iniziative che agevolino uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale del lavoratore, per scongiurare anche un turnover patologico.
La grave carenza di personale e la non equa gestione dello stesso, e dove le richieste dell’ambiente lavorativo eccedono le capacità individuali, il soggetto potrebbe essere esposto ad una maggiore situazione di stress psico-fisico. Il Sippe chiede, in merito a quanto sopracitato, al Direttore del Carcere di Velletri, di stilare una valutazione globale documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione.
La direzione del carcere – sostiene nella nota il sindacato – dovrebbe preoccuparsi dell’integrità psicofisica e morale del lavoratore, concetto questo tutelato dalla Costituzione con l’art. 32, che garantisce la salute come fondamentale diritto dell’individuo.
Il Sippe da tempo denuncia il pericolo a cui è esposto il personale di polizia penitenziaria di Velletri, vittima di un traballante coordinamento dei piani per la sicurezza, che potrebbe essere una delle cause dei continui eventi critici.
Come più volte riportato dal segretario dello stesso sindacato, Alessandro De Pasquale, anche la portineria del carcere di Velletri sembra non rispettare quei canoni di sicurezza richiesti per una casa circondariale ed è dubbia inoltre la messa a norma e l’efficienza di tutti i metal detector sparsi nei vari luoghi del penitenziari: “I sistemi di sicurezza sono pressoché inesistenti e, fatto ancor più grave, non c’è un adeguato servizio di vigilanza esterna. La Direzione del carcere di Velletri è tenuta ad attuare una o più specifiche azioni tese a prevenire gli effetti dannosi sulla sicurezza dell’istituto, sulle persone e sui beni dell’amministrazione.”
Sembrano inoltre essere insufficienti le disposizioni in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, specie per coloro che svolgono le attività all’interno dei reparti detentivi. Fattori questi che dovrebbero essere tutelati dal Direttore del Carcere, il quale ha l’obbligo – sottolinea il comunicato – di rendere effettivo il principio cardine dell’intero sistema preventivo italiano, la massima sicurezza tecnologicamente fattibile. Da rendere anche noto che in caso di infortunio derivante da una mancata o insufficiente predisposizione delle misure di sicurezza o per la mancata informazione o formazione dei lavoratori, va indicata la responsabilità.
Alessandro De Pasquale, segretario generale e responsabile legale del Sippe, diffida quindi il direttore pro tempore della casa circondariale volsca, al fine di sollecitare il ripristino delle condizioni di salubrità e sicurezza di tutti i luoghi di lavoro, specie quelli inseriti all’interno dei reparti detentivi, entro e non oltre il termine di 90 giorni da oggi. Inoltre lo stesso incalza il Direttore a procedere, entro e non oltre 90 giorni da oggi, al turnover di tutto il personale impiegato da molti anni nei posti di servizio c.d. a “carica fissa”, (es. Matricola, Ufficio segreteria, Mof, Sala Regia centrale, ufficio servizi, conti correnti, sopravvitto, NTP, rilascio colloqui, ecc.), restituendolo al servizio interno ai reparti detentivi, in modo da rendere effettivo, attraverso le regolari procedure di interpello, il principio di imparzialità e buon andamento previsto dall’articolo 97 della Costituzione e quanto previsto dagli accordi sindacali.
Il Sippe è pronto a presentarsi davanti all’Autorità Giudiziaria e all’Ispettorato Funzione Pubblica, nel caso in cui tali provvedimenti non saranno adottati nell’immediato futuro.
Melania Orazi