Milena Canonero, torinese di nascita, come molti italiani è conosciuta maggiormente fuori dai confini del belpaese. Oggi vive a Los Angeles con il marito, l’attore statunitense Marshall Bell.
Di strada ne ha fatta tantissima da quando si traferisce a Genova per studiare arte e storia della moda per poi volare a Londra.
In Inghilterra comincia a lavorare in piccole produzioni per il cinema e per il teatro.
Come designer pubblicitaria a Londra incontra molti registi, il più importante di tutti è Stanley Kubrick che incrocia sul set di ‘2001: Odissea nello spazio’. Fu proprio Kubrick ad offrirle il primo incarico da costumista, a soli 25 anni, per ‘Arancia meccanica’. L’empatia tra i due continua e la Canonero si aggiudica una seconda chance con ‘Barry Lyndon’; quella trasposizione così ben riuscita del ‘700 le regala il suo primo Oscar insieme a Ulla-Britt Søderlund.
Hugh Hudson, il primo regista che ha conosciuto sbarcata a Londra, le affida i costumi di ‘Momenti di gloria’, storia di due atleti ambientata negli anni Venti, un lavoro che le regala la sua seconda statuetta. Viene nominata altre cinque volte per: ‘La mia Africa’, ‘Dick Tracy’, ‘Tucker’, ‘Titus’ e ‘L’intrigo della collana’.
Deve aspettare 26 anni per ottenere nel 2007 il terzo Academy Award grazie a ‘Marie Antoinette’ di Sofia Coppola. Sempre in quell’anno realizza i costumi dei ‘Viceré’ di Roberto Faenza e ‘Il treno per il Darjeeling’ di Wes Anderson. Proprio da quest’ultimo lavoro, nasce l’intesa con il regista che l’ha voluta insieme a lui anche per ‘The Grand Budapest Hotel’, diretto e co-prodotto da Wes Anderson, ispirato alle opere di Stefan Zweig, che vanta ben 9 nomination. La pellicola è stata scelta come Film d’apertura della 64ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino aggiudicandosi il Gran premio della giuria.
Ora Milena sogna il quarto Oscar.
La gara non è facile, dovrà vedersela con i colleghi Mark Bridges per ‘Inherent Vice’, Colleen Atwood per ‘Into the Woods’, Anna B. Sheppard e Jane Clive per ‘Maleficent’ e Jacqueline Durran per ‘Mr. Turner’, ma a giudicare dalla cura nel dettaglio avuta per orchestrare il film di Andersen, la Canonero dimostra ancora una volta di avere tutte le carte in regola per sperare nella quarta ambita statuetta.
Alessia Locicero