In occasione del 25 Aprile, in Aula Consiliare, Pasqualino Nuti, autore del libro “Aprilia, i giorni della guerra e gli occhi di un bambino”, ha raccontato alcune prospettive della città in balia dello scontro tra Alleati e truppe tedesche.
“Aprilia era bella, silenziosa, sembrava eterna – racconta Pasqualino Nuti – Quando iniziò lo sbarco di Anzio, fu una mattinata piena di rumori, e mio padre mi disse di andare al Mattatoio con mia madre. Mio padre andò al Comune per salutare gli inglesi, ma una pattuglia lo fermò e vide una distesa da Lanuvio a Velletri piena di tedeschi. Rimanemmo incastrati dalle 9 alle 16:30 mentre infuriava la prima battaglia su Aprilia. Mio padre ci raccolse, davanti a noi c’era l’inferno. Ci dissero di non guardare e non respirare, verso la zona dove ora sorge lo stadio Quinto Ricci“.
Dopo l’esodo, il ritorno, in giugno: “Fummo sfollati a Napoli, ma molti furono inviati sino in Calabria. Al nostro ritorno, nel mese di giugno, tornammo ad Aprilia ma mio padre era lì già da qualche tempo“. Episodi lontani? Forse, ma il ricordo è ancora scintillante negli occhi di Nuti, e di tutti coloro che questa storia l’hanno vissuta sulla pelle.