La giornata del pendolare

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un pendolare apriliano, che racconta una tipica giornata ferroviaria

Dopo i numerosi disagi che abbiamo riportato su questa testata, e legati al settore dei trasporti ferroviari, un lettore, pendolare, ci invia una lettera che descrive la giornata tipo di un pendolare: buona lettura!

Come ogni mattina mi sveglio alle 5,50 mi piace fare colazione al bar e così non perdo tempo a prepararla a casa, anche per non svegliare gli altri componenti della mia piccola tribù, una moglie e due figli, mi lavo e vesto, prendo lo zaino con le mie cose, la bici e mi avvio sulla “bellissima” pista ciclabile apriliana, salto il bordo di un marciapiedi per non piegare i cerchioni e penso “ ma chi l’ha progettata sta roba qui ? Topo Gigio ? Continuo la mia passeggiata verso la stazione e dopo un paio di attraversamenti e la stessa domanda di prima vi giungo e penso “ma questi porta bici son stati progettati sempre da lui ?” mah !

Entro nel bar, prendo un cornetto che la cassiera con l’ampia scollatura e gli occhi di ghiaccio mi allunga, lo mangio e rullo una sigaretta, nel frattempo arriva l’autobus da via Inghilterra, pieno come al solito, quando si aprono le porte vomita passeggeri che a vederli sembrano gli attori dei vecchi film, quelli che si vedono muovere velocemente perchè l’avanzamento della pellicola era più veloce di quanto lo sia oggi, un po’ comitragico.

Penso a come sia possibile che le persone vadano sempre di fretta, accendo la sigaretta e metto su le cuffie del mio ipod ascoltando un brano dei Siouxsie mentre mi godo lo spettacolo, dall’altoparlante della stazione gracchia un annuncio “ attenzione, treno in arrivo sul binario uno” mi avvicino al secondo vagone, il primo già so che sarà stracarico, non a caso dico stracarico e non strapieno, si chiudono le porte e subito noto che l’aria condizionata è spenta, a volte è capitato fosse accesa e che i pinguini passeggiassero tra noi.

Partiti ! Il treno è carico come un carro merci, non ci sono posti a sedere per tutti, ma ormai rassegnati arriviamo a Campoleone, restiamo fermi per dare una precedenza che a volte avviene dopo minuti lunghissimi, anche 10, ma siccome siamo rassegnati non diciamo nulla. Si riparte e si arriva alle porte di Roma Termini, altra sosta per un altro treno che ci supera, finalmente siamo al binario 10 e usciamo dal treno già stanchi e stressati.

Dopo altre 8 ore rifaccio il tragitto all’inverso ma con una variante, arrivato a Termini resto bloccato per un ora e mezza perchè è cominciato uno sciopero a causa dell’aggressione subita da un controllore ad opera di tre sud americani.

Con me anche una giovane coppia inglese con un doppio passeggino che mi guarda disperata, li fisso e gli dico “welcome in Italy”, mi sorridono e mi chiedono come andare a Napoli, in un inglese maccaronico gli spiego che devono attendere la fine dello sciopero.

Intanto navigo con il mio smartphone economico alla ricerca di informazioni, niente ! Non è dato sapere nulla, siamo qualche migliaio di disperati, quasi come quelli dei barconi che arrivano dalle coste africane, l’unica differenza è che alla fine del viaggio saremmo tutti nelle nostre case, forse. Dopo, appunto un ora e mezza, cambio binario perchè hanno annunciato un treno per Nettuno, ci salgo ed incontro qualche amico, almeno si parlerà un po’, tanto per passare il tempo, semmai ce ne fosse il bisogno.

Firmato, L.S.

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