È uscito il romanzo “Le ultime luci della sera” di Elisabetta R. Brizzi, scrittrice nata a Latina. Dopo la raccolta di racconti “Le stagioni dell’attesa”, l’autrice ritorna con un’opera dal ritmo incalzante, nella quale vengono portati alla luce i lati più biechi della natura umana.
Il libro è ambientato Latina, tra mare, città e campagna. Qui si snodano le vicende dei Santini, una famiglia per bene, amata dalla comunità e rispettosa dei precetti cristiani. Come in un gioco di specchi, però, niente è come sembra, e il drammatico passato di Elia Santini si ripercuote sui figli, i gemelli Giulia e Gabriele.
Il rapporto tra loro e il genitore è il fulcro del romanzo, dal quale si sviluppano le trame di una vicenda caratterizzata da orrore, paura, bisogno d’amore e ricerca di riscatto e libertà. I protagonisti sono outsider, figure ai margini della società, nei cui occhi si celano segreti inconfessabili. Su tutti dominano Elia e la sua follia, le sue ossessioni e la rabbia per una vita che lo ha reso storto senza rimedio. A lui fa da controcanto il legame tra Giulia e Gabriele, uniti fino alla fine, identici eppure diversi, determinati a guadagnare il proprio posto nella società, fuggendo da una famiglia diventata sinonimo di prigionia e dolore.
Un elemento interessante de “Le ultime luci della sera” è, infatti, lo stile disseccato e diretto accompagnato da punte di liricità. L’autrice realizza un vero e proprio film sulla carta, definendo la storia con frasi che divengono immagini, pellicola d’inchiostro. Una scelta che conferisce alla vicenda una grande potenza espressiva.