L’ Oceano in fondo al sentiero

“Il problema con gli esseri viventi è che non durano a lungo. Oggi sono micetti, domani gatti vecchi. Dopodomani solo ricordi. E i ricordi sbiadiscono, si imbrogliano, si confondono.”

Gaiman

La recensione della settimana: l’oceano in fondo al sentiero di Neil Gaiman

Trama:

Sussex, Inghilterra. Un uomo di mezza età ritorna alla casa della sua infanzia per un funerale. Sebbene la casa non ci sia più da un pezzo, l’uomo è irresistibilmente attratto dalla fattoria in fondo al sentiero, dove a sette anni aveva conosciuto una ragazza fuori dal comune – Lettie Hempstock -, sua madre e sua nonna.oceano51jaLwXhb8L._SX353_BO1,204,203,200_ Erano decenni che non pensava più a Lettie. Eppure non appena si siede vicino allo stagno (quello stagno che lei sosteneva essere un oceano) accanto alla vecchia fattoria in rovina, ecco che il passato ritorna con i suoi ricordi, troppo strani, spaventosi e pericolosi per essere ricordi di episodi davvero successi a qualcuno, tanto meno a un ragazzino. Quarant’anni prima un uomo, un inquilino della casa di famiglia, aveva rubato la loro auto, dentro la quale si era suicidato proprio in fondo al sentiero. Quella tragica morte aveva evocato antiche forze che andavano lasciate in pace. Si erano scatenate oscure creature che venivano da chissà dove e il narratore era dovuto ricorrere a tutte le sue risorse per sopravvivere. L’orrore più terribile e minaccioso aveva creato devastazioni indicibili. E lui, ai tempi solo un ragazzino, disponeva come unica difesa di tre donne che vivevano in una fattoria in fondo al sentiero… La più giovane di loro affermava che lo stagno è un oceano. La più anziana si ricordava del Big Bang.

Recensione

Ok, date le premesse da dietro copertina sembra un libro bellissimo. Poi è Neil Gaiman, un sinonimo di garanzia. Un po’ come Stephen King. Entri in libreria convinta, sapendo di non aver fatto una sciocchezza. E invece… E invece ti ritrovi a leggere di un quarantenne che chissà quale tuffo nel passato sta per fare e chissà quali strabilianti avventure ha vissuto per poi ritrovarti a pensare, quasi a fine libro, “ma è tutto qui?”. Perché le strabilianti avventure sono in realtà, un’avventura sola. Che per carità, molto carina. L’idea della tata-verme è quasi geniale. Ma nulla di che.

Forse, stavolta, Neil Gaiman ha lasciato le buone idee nella Londra di Sotto (per chiunque non avesse ancora letto “Nessun Dove”…beh, fatelo. Quello sì, che è un bel libro!)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *