Il Paese dorato è un luogo incantato all’origine dei tempi, non c’è posto migliore per ammirare la semplicità e gentilezza della gente e rimanere affascinanti delle meraviglie incontaminate.
Il principale centro buddista del Myanmar e meta prediletta di ogni fedele è la stupenda stupa dorata alta ben 100 metri della Shwedagon Paya
All’interno sono custoditi alcuni capelli che, secondo la credenza popolare, sarebbero appartenuti a Buddha.
La pagoda risplende in qualsiasi ora del giorno ma vi consigliamo di visitarla poco prima del tramonto per poter godere dello splendore dorato che brilla con i raggi del sole e la sera per scattare fotografie uniche dalla parte dell’ingresso settentrionale.
Per arrivare al basamento della stupa è necessario percorrere una serie di grandi gradini coperti con piccoli negozietti che vendono oggetti di souvenir di ogni tipo. In alternativa è presente un ascensore.
Arrivati alla base della grande stupa sarete abbagliati dai riflessi sul marmo bianco delle pareti dorati e incantati dai tanti fedeli che pregano e intonano canti. Alla base della Stupa sono presenti una serie di punti planetari corrispondenti ai giorni della settimana, i fedeli sanno quale punto è collegato al proprio giorno di nascita e si fermano in quel punto a pregare.
Vi consigliamo di fermarmi in un punto ed ammirare i fedeli che passeggiano pregano, l’ambiente è davvero mistico e si prova una sensazione di completa spiritualità
Bagan è definita da molti la meraviglia dell’Asia e nell’XIII secolo Bagan era la più importante città buddhista del mondo.
Marco Polo definì Bagan la “città dorata animata dal suono di mille campane e del fruscio delle vesti dei monaci“, un’oasi mistica che affascina il Mondo intero.
La sua superficie ospita più di 2200 templi, tra i più famosi ci sono Shew San Daw, Gawdawpalin, Ananda, Dhammayangyi, Sulamani e Bu Phaya.
Shew San Daw è il tempio più famoso al tramonto e per questo è sempre pieno di turisti durante le ultime ore di sole.
La vista sulla valle di Bagan da questo punto è fantastica. La pagoda è dominata dalla stupa centrale che sovrasta 5 terrazze e fu costruita dal Re Anawrahta nel 1057
Mandalay è stata capitale fino all’arrivo degli inglesi, oggi offre moltissime cose da ammirare. Tra i luoghi di maggiore interesse ci sono lo Shwenandaw Kyaung, l’unico edificio sopravvissuto dell’antico palazzo, l’immagine del Buddha di Rakhine alla Mahamuni Paya e la Collina di Mandalay con le sue spettacolari scalinate a spirale. La città è circondata da fertili risaie e da oltre 2500 monasteri.
La zona principale della città, compreso il Palazzo reale, fu distrutta durante la seconda Guerra Mondiale ma ancora oggi è possibile ammirare le mura e il fossato, largo 52 metri con i cinque ponti e le dodici porte. A sud dell’abitato si trova la statua più amata del paese, il Buddha Mahamuni. La leggenda narra che la statua sia un ritratto ‘dal vivo’ dell’Illuminato, forgiata da Sakka, il Re degli Dei in persona.
impressionante il ponte U Bein in teak lungo ben 1,2 km, il più lungo al Mondo, realizzato 250 anni fa a 15 km da Mandalay, nella zona di Amarapura.
Una delle mete principali per i buddisti è il Kyaikhtiyo Paya, anche conosciuta come la Golden Rock ossia la Roccia d’oro. Questa è una pagota costruita su una grande roccia rotonda sospesa a picco su una montagna.
La roccia è caratterizzata da innumerevoli leggende che raccontano di due capelli di Buddha conservati nella pagoda stessa e che contribuirebbero al grande miracolo del suo apparentemente precario equilibrio sul picco della collina. Attualmente questa roccia è interamente ricoperta da migliaia di sottilissime foglie d’oro che i pellegrini vi applicano in segno di devozione.
La Golden Rock è uno dei luoghi più sacri del Myanmar. E’ un luogo magico dove si respira un’atmosfera mistica soprattutto al tramonto e all’alba. Il masso dorato, in bilico con la pagoda è di grande effetto, ma le sensazioni più forti si hanno osservando i numerosi pellegrini che con molta devozione offrono doni al Buddha. La notte si trascorre in una veglia di canti, preghiere illuminati da numerose candele.
A 850 metri sul livello del mare, il Lago Inle lungo circa 20 km e largo 11 km è abitato dall’etnia Intha che vive in villaggi con case a palafitta sulle rive e in mezzo al lago. Il contesto naturale è incredibile e unico al mondo, la magia che si respira non è descrivibile e la sensazione è che il tempo si sia fermato.
Un luogo incantato con pescatori, orti galleggianti, villaggi sulle palafitte e mercati, il monastero della giungla con le sue 2000 stupe e uno stile di vita all’origine dei tempi.
Il Lago Inle non si può descrivere, si deve vivere.