L’antroterapia è un trattamento benefico per la cura di molti disturbi, tra cui la circolazione sanguigna
L’ultima frontiera del benessere si chiama grotta e, più precisamente, antroterapia, un vero e proprio toccasana per la salute: benefica per la pelle, svolge un’azione drenante e decongestionante, per la circolazione sanguigna e per i problemi alle vie respiratorie.
Insomma, se l’idea è molto simile a quella delle terme, in realtà si tratta di un trattamento totalmente diverso. A cominciare dall’atmosfera. Nell’antroterapia ci si adagia nel ventre della terra, in una grotta caratterizzata da parametri particolari che riguardano la temperatura, l’umidità, la radioattività, la presenza di gas e di ioni termali. Si possono distinguere le grotte in caldo – umide, con temperatura fra i 32 e i 47 gradi e umidità relativa del 98 – 100 %, e quelle caldo – secche, chiamate anche “stufe”, con 50 – 70 gradi di temperatura. Ma si può anche stare al fresco, di solito con una temperatura tra i 9 e i 12 gradi: in questo caso si parla di speleoterapia.
Poi, c’è l’intervento umano. E accanto alle grotte e stufe naturali, nelle quali il riscaldamento e l’umidificazione si verificano per la presenza di sorgenti di acqua termale o per la vicinanza a fenomeni vulcanici, esistono anche grotte e stufe “artificiali”, nelle quali il calore viene convogliato dall’uomo. In questo contesto, però, secondo alcuni studiosi è più corretto parlare di “vaporari”, che vengono utilizzati con identici scopi terapeutici, nei quali il vapore termale viene immesso attraverso fori o condutture.
Com’è noto anche ai non appassionati, l’Italia è ricca di grotte che, a loro volta, per fenomeni dovuti all’attività dei vulcani o per la presenza di sorgenti termali, offrono microclimi particolari. Le più grandi d’Europa di trovano a Pistoia, a Monsummano Terme: la grotta millenaria del Grotta Giusti Natural Spa, nato dall’acquisizione della villa ottocentesca del poeta Giuseppe Giusti, fu scoperta quasi per caso e inaugurata oltre 160 anni fa. È divisa in Paradiso, dove la temperatura mite serve per acclimatarsi, Purgatorio e Inferno, in cui l’umidità raggiunge invece picchi del 98 percento.
Naturalmente, chiunque decida di sottoporsi a un trattamento antroterapico deve rivolgersi alla grotta più adatta al proprio tipo di disturbo solo dopo aver consultato un medico e soggiornarvi il tempo indicato dallo specialista di volta in volta.
Articolo di Stefania Saralli