Dottor Google

Dottor Google, camice bianco virtuale

Uno studio condotto dal Pew Research Center rivela che nel 2012 il 35% degli statunitensi adulti si è affidato al web per autodiagnosticarsi le malattie

“Dottor Google, mi aiuti”. Purtroppo, è la triste realtà: sempre più persone – complice la crisi da un lato e la tecnologia dall’altro – cercano sul web informazioni per diagnosticare un problema di salute. E ciò che qualche anno fa sembrava soltanto un caso sporadico, ora è diventato una moda, forse anche pericolosa. A lanciare l’allarme è uno studio statunitense del Pew Research Center, secondo il quale circa il 35 % degli adulti si è affidato ai motori di ricerca nel 2012 per curarsi da sé.
La ricerca sottolinea i pericoli derivanti dal potere amplificatore della rete. L’abitudine di questi “medici di se stessi” è quella di accontentarsi della propria autodiagnosi senza sentire una seconda opinione: una persona su tre, infatti, evita addirittura di rivolgersi a uno specialista per la conferma. Tra gli adepti di Dottor Google che, al contrario, si rivolgono al medico dopo essersi autodiagnosticati una fantomatica malattia, il 41 percento ha dichiarato che il proprio medico ha confermato la loro diagnosi mentre il 18 percento ha affermato che lo specialista non si trovava d’accordo con la prognosi che i pazienti avevano creato. Insomma, l’esplorazione superficiale del web a fini di automedicazione rischia di esagerare o aggravare la condizione di salute di coloro che decidono di scavalcare l’autorevolezza scientifica..
Certo, il fenomeno è soltanto la punta dell’iceberg. Sempre più spesso, infatti, questi ipocondriaci della rete soffrono della cosiddetta cyberchondria, una sorte di sindrome da malato immaginario in versione tecnologica, che colpisce quelle persone che vanno a cercare sul web informazioni mediche per i più disparati motivi: per piacere, necessità, studio o curiosità. L’inaffidabilità delle fonti è, quindi, una questione all’ordine del giorno e per i pazienti non è facile trovare, nell’oceano delle informazioni approssimative e fuorvianti, un barlume di attendibilità. Infine, gli argomenti che attirano maggiormente i cosiddetti medici di se stessi riguardano patologie specifiche, diete, efficacia dei farmaci, interpretazione degli esami del sangue e gravidanza.
A questo punto, no resta che chiederci se la velocità, la gratuità e la disponibilità illimitata del Dott. Google valgono il prezzo che, con ogni probabilità, pagherà la nostra salute.

Articolo di Stefania Saralli

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