può ridare benessere alle neomamme
La nascita di un figlio è un evento straordinario che stravolge il corso della vita, ma è anche un momento molto delicato per la sensibilità e la salute interiore della donna. Le statistiche al riguardo parlano da sé: un numero enorme di neomamme, ben una su sette, soffre di sintomi depressivi dopo il parto quali ansia, insonnia, mancanza di appetito, una profonda tristezza e un senso di vuoto difficile da colmare. La causa che si cela dietro questo complesso disturbo dell’umore è stata svelata in un recente studio svolto dalla Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora, secondo il quale la depressione post partum sarebbe da imputare al nostro patrimonio genetico, o meglio, a due geni specifici chiamati TTC9B e HP1BP3. Sui campioni di sangue appartenenti a 52 donne in stato di gravidanza che presentavano i sintomi della patologia, è stata eseguita un’analisi di migliaia di geni.
Lo studio, condotto dal professore di psichiatria e scienze comportamentali Zachary Kaminsky, mostra che nelle donne affette dal disturbo post partum le funzioni dei succitati geni verrebbero alterate dal forte sbalzo ormonale a cui sono soggette le gestanti; ciò provocherebbe un’interferenza nel meccanismo regolatore dell’umore presieduto dall’ipotalamo (la struttura centrale del nostro cervello), scatenando, dunque, la patologia. Rilevare, quindi, la presenza di tali alterazioni genomiche attraverso una semplice analisi del sangue, sarebbe in grado di predire, con un tasso di esattezza dell’85%, se una neomamma svilupperà la depressione post partum. I risultati sorprendenti della ricerca, pubblicati sulla rivista Molecolar Psychiatry, potrebbero aprire la strada ad un esame specifico a cui tutte le donne in dolce attesa potrebbero sottoporsi, al fine di diagnosticare preventivamente il rischio dell’insorgenza del disturbo ed intervenire tempestivamente con un supporto specialistico. La depressione post partum può essere influenzata da fattori di varia natura, primi fra tutti psicologici, ma non solo. Anche i fattori di carattere sociale creano uno stress importante, per esempio l’ansia causata dal nuovo ruolo sociale che assume una donna quando diventa madre, o ancora fattori ormonali, ecc.. Nelle prime settimane successive al parto è frequentissimo nella donna uno stato di malinconia detto “baby blues” durante il quale un’estrema emotività sfocia spesso in vere e proprie crisi di pianto. Nei casi più acuti questa vulnerabilità può divenire apatia e trasformarsi, entro un anno dal parto, in malattia depressiva. Il rischio che il baby blues si complichi è maggiore nelle donne che hanno sofferto di disturbi depressivi in precedenza, ma oggi sappiamo che la fonte primaria dei disturbi dell’umore post partum sono legati al DNA e possono essere predetti e curati preventivamente. Una scoperta davvero importante per il benessere delle madri e dei propri bambini. “La depressione è un disturbo che crea sregolatezza fisiologica in tutto il corpo.” – sostiene Katherine L. Wisner, dottoressa della Northwestern Medicine – “È un grosso problema di salute pubblica, in quanto la salute mentale di una donna ha un profondo effetto sullo sviluppo del feto, nonché sullo sviluppo fisico ed emotivo del suo bambino“. Oggi lo studio del prof. Kaminsky restituisce alle neomamme la possibilità di vivere un momento straordinario come la nascita di un bebè con tutta la serenità e la gioia che merita.