Perchè viaggiare da soli? Ci sono molti motivi ma sicuramente il principale riguarda le emozioni. Viaggiare da soli amplifica ogni emozione, crea un senso di assoluta simbiosi con l’ambiente circostante. Un’esperienza unica da provare una volta nella vita.
Viaggiare da soli, però, necessita di una buona organizzazione e di conoscere le principali necessità.
La fondamentale consapevolezza prima di partire è che non puoi dimenticare nulla, non puoi tralasciare dettagli, devi prevenire al massimo gli imprevisti (fisici, mentali, climatici, etc). La tabella dei preparativi va seguita con scrupolo.
Una buona parte dei tuoi imprevisti (qualcuno è inevitabile!! )si possono ridurre o risolvere con informazione e prevenzione e trovare la soluzione migliore in tempi veloci .
In Giappone ad esempio i bancomat non sono sempre compatibili con le nostre carte. Onde evitare di esibirti in “O sole mio” nelle stazioni della metro a Tokyo per racimolare un po’ di spiccioli, è opportuno partire con scorta di contanti e carta di credito supplementare. Io amo il viaggio indipendente in solitaria: è decisionismo puro, senza compromessi.
Tutto dipende da te. Già in due è fondamentale sottostare ad una democrazia che impone di consultarsi e trovare un accordo.
Ritengo un momento di grande crescita personale il viaggio in solitaria. ”Chi rompe paga, e i cocci sono suoi”. Ecco, se sbagli qualcosa nel tuo percorso, i cocci sono tutti tuoi e tutto sommato sei sempre più tollerante con te stesso che non con gli altri. Grandi amicizie o anche relazioni sentimentali sono state distrutte, divelte, dissacrate dopo 10 giorni di convivenza in vacanza. La formula per l’esatta convivenza è ardua da trovare.
Patti chiari amicizia lunga: prima di partire, onde abbeverarsi a quel dolce nettare che è la condivisione della vacanza, è opportuno definire: dove si va, la filosofia di viaggio, il budget di spesa, le località da visitare.
Con il partner occorre senz’altro una relazione solida per fare un viaggio “fai da te” con il tuo partner. Devi conoscerlo/a bene, sapere la sua resistenza fisica e mentale ai vari imprevisti.
Certo, una vacanza di 15 giorni in un villaggio turistico non richiede molta preparazione e precauzioni, e anche una settimana in una capitale europea ben si presta alle coppie in via di consolidamento. Ma la vacanza on the road, con ritmi pressanti e sbalzi frequenti, richiede sangue freddo e non solo amore. Ti capiterà talvolta di tornare da un viaggio con il tuo partner, dicendoti che non avete nulla in comune: le sue reazioni al giro nel centro commerciale e quelle al giro nel bazar di Algeri sono completamente diverse.
I suoi gusti alimentari macrobiotici, pienamente appagati nel centro di Milano, stonano terribilmente con le avventurose pietanze che trovi a Bangkok. Le sue lunghe soste in bagno, la mattina, ti hanno rubato ore preziose da dedicare all’esplorazione del Gange all’alba. La sua ricerca in tutti i negozi di Jaipur di una sciarpa in seta per la mamma ti ha sfinito, tediato, spossato fino all’esasperazione.
Non reagire subito, aspetta e fai decantare le emozioni per almeno 15 giorni dopo il rientro dal viaggio. Probabilmente, dopo 15 giorni e qualche racconto agli amici della vostra vacanza, tutto sembrerà meno terribile. Ci riderai su. L’amore tornerà a trionfare.
Se vai in vacanza con un solo amico/a , vale quello che è stato detto per la vacanza con il/la partner.
Leggi amicizia e affetto invece di amore, e ci siamo. Il gruppo di amici/amiche , composto da tre o più persone, offre molte soluzioni e soprattutto alleanze opportune che alleviano la convivenza. Nelle decisioni vince la maggioranza, ma c’è una libertà maggiore, due di voi vanno a visitare il museo etnico, un altro va a fare shopping, due si fermano a mangiare un piatto di spaghetti neozelandesi.
La cosa importante e vitale è avere poi sempre un posto di ritrovo e dei punti fermi, nonché nelle emergenze la possibilità di comunicare fra di voi. A Delhi abbiamo speso 4 (dico quattro) ore cercando di ritrovarci in centro, con circa 42 gradi all’ombra , venditori ambulanti assillanti, mal di piedi incombente.
Ognuno aveva ragione, ognuno pensava dell’altro che era un idiota. Con gli amici, prima di partire, fare un programma di viaggio di massima, accordarsi su tempi e ritmi, stabilire tappe sicure e lasciare spazio alle variabili. Gli interessi possono essere diversi, quindi bisogna dare spazio ad ognuno nel programma. Questi punti fermi prima della partenza saranno utilissimi per gestire il tempo di tutti.
Perché, va ricordato, in vacanza il tempo è denaro. Quando spendi 1000 euro di biglietto aereo e la prima mattina a San Francisco, per lasciare l’albergo, devi aspettare due ore Giovanni perché non si è svegliato, difficilmente avrai per lui tutta la tua comprensione .
In vacanza il tempo è un patrimonio che va gestito molto oculatamente. Può essere difficile tornare negli stessi posti un’altra volta nella tua vita( e magari quei posti in dieci anni cambieranno del tutto fisionomia), quindi il rispetto del tempo comune è fondamentale.
Un altro aspetto dei viaggi con amici è la famosa e temibile “cassa comune”. Quella cassa (un portafogli, un sacchettino, una tasca) verrà nutrita dalle tasche di tutti, onde evitare disparità (quello ci marcia, diranno di Andrea che ha la fama di essere tirchio). Con la cassa comune si pagheranno le spese comuni ed uguali per tutti: l’albergo, i biglietti per i musei o i parchi, il carburante o il treno.
I pasti sono un caso a parte, da stabilire a l’occorrenza: ho visto persone fare storie sul conto diviso equamente perché Giulia aveva mangiato per 40 centesimi più degli altri.
Ho visto amici fare discriminazioni: Fabio beve birra e Luisa beve acqua, non possono pagare uguale. Insomma, la cassa comune è una fonte inesauribile di discussioni e dolori.
Tra l’altro, chi tiene la cassa comune?
Chiunque egli/ella sia, designato da tutti gli altri, verrà ad un certo punto guardato con sospetto: “Luigi, ma non è che hai pagato la tua freccia indiana con la cassa comune?
Mi sembrava…ma è sicuro che tieni i soldi della cassa separati dai tuoi?” Fantastico Osvaldo , negli States: si lancia nel Colorado a fare il bagno con la cassa comune in tasca!
Insomma, quando si viaggia insieme, si è collegati come nel gioco del domino, uno in fila a l’altro, e quello/a che sta male, che perde i soldi, che deve SUBITO andare in bagno, che ha la gonna corta e nella moschea non può entrare, che la mattina non si alza, che mangia solo vegetariano, insomma quello/a che coinvolge anche gli altri del gruppo con le sue individuali esigenze o problematiche.
Per saperne di più
http://viaggi.cadillactrip.it/info/guida-viaggiatore-indipendente/consigli-di-viaggio/
A Cura di RAFFAELLA MILANDRI
http://viaggieturismoresponsabile.blogspot.com/