Demenza senile: individuati i segnali

In Italia 700 mila persone sono affette da demenza senile: il CNR ne individua i segnali

La difficoltà nello svolgere attività quotidiane più complesse del semplice lavarsi e vestirsi, come maneggiare il denaro o cucinare, rivela con otto anni di anticipo lo sviluppo della demenza nei soggetti affetti da lieve deficit cognitivo. A rilevarlo, ua ricerca, coordinata da Emanuele Scafato dell’Istituto superiore di sanità, condotta dall’In-Cnr e dall’Università di Firenze e coordinato dall’Istituto superiore di sanità.

Secondo lo studio, il manifestarsi di difficoltà nell’esecuzione delle attività quotidiane più complesse consente di predire lo sviluppo di demenza con un anticipo di otto anni. Lo studio è stato condotto su 2.400 ultrasessantacinquenni, rappresentativi della popolazione anziana in Italia ed è stato pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease.

La vita quotidiana presuppone lo svolgimento di attività elementari, quali lavarsi, vestirsi, alimentarsi, e di attività più complesse, definite strumentali, come usare il telefono, fare acquisti, preparare il cibo, effettuare le pulizie domestiche, utilizzare i mezzi di trasporto, maneggiare il denaro, assumere autonomamente eventuali terapie”, spiega Di Carlo. “La ricerca ha dimostrato che avere problemi nelle seconde, le più complesse, permette di predire lo sviluppo di demenza in chi è affetto da Mci, e questo indipendentemente dall’età, dal sesso e dalla presenza di altre malattie”.

Lo studio ha inoltre individuato un legame tra il numero di attività strumentali che creano problemi e lo sviluppo della demenza.Incontrare difficoltà in una sola delle attività complesse raddoppia il rischio di demenza, mentre se le attività interessate sono più di quattro il rischio aumenta di nove volte nei successivi otto anni”, chiarisce il ricercatore dell’in-car.

Lo studio Ilsa, che ha affrontato per primo a livello nazionale le problematiche relative all’invecchiamento e alle condizioni di salute degli over 65 italiani, ha fornito stime sulla frequenza della demenza nel nostro Paese.In Italia le persone affette da questa patologia sono circa 700 mila e circa 150 mila i nuovi casi ogni anno; gli ultrasessantacinquenni affetti da deficit cognitivo lieve sono circa tre milioni: un anziano su quattro. Per loro il rischio di demenza è significativamente superiore rispetto agli anziani con funzioni cognitive normali”, conclude Di Carlo. “Questa ricerca fornisce informazioni utili per la messa a punto di interventi di prevenzione e trattamento, contribuendo così a ridurre i rilevanti costi umani, sociali ed economici di questa malattia”.

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