1 a 1 palla al centro sembrerebbe sentenziare la sospensiva del procedimento V.I.A. della discarica proposta dalla Paguro srl in località la Ciocca nel territorio comunale di Aprilia.
Sospensiva decisa al termine della Conferenza dei Servizi del 3 novembre nella quale sono state ascoltate tutte le eccezioni del NO presentate da numerosi Comitati, Associazioni, singoli cittadini nonché dal Comune di Aprilia, Comune di Ardea e dalla Provincia di Latina.
Tutto fermo in attesa dell’aggiornamento, in corso e previsto per fine anno, del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti. Nel piano attualmente vigente non sono previste ulteriori discariche nella Regione Lazio in quanto le volumetrie disponibili nei siti attivi, risulterebbero adeguate.
La palla passa alla politica che dovrà decidere non solo per Aprilia discarica si o discarica no ma di come intende gestire, nel futuro prossimo, il ciclo dei rifiuti di tutto il Lazio.
a) in modo corretto seguendo la STRATEGIA RIFIUTI ZERO (separazione alla fonte, raccolta porta a porta, compostaggio, riciclo, centri del riuso e di decostruzione, ricerca rifiuti zero, tariffazione puntuale, separazione del residuo)che ri-organizza e conserva le risorse per lo sviluppo dell’Economia Circolare .
b) reiterare la solita GESTIONE INTEGRATA che con costi scaricati interamente sulle tariffe TARI e quindi a totale carico dei cittadini , prevede obbligatoriamente discariche , in siti da individuare, e inceneritori, ( revamping a Colleferro e S.Vittore del Lazio, accensione di Malagrotta più un nuovo di zecca Albano? Latina?).
La Rete dei Cittadini per Aprilia dice un No convinto alla discarica non perché il sito prescelto non sia idoneo, non perché come territorio “abbiamo già dato “, ma perché fortemente convinta che nello stesso tempo necessario per autorizzare e mettere in esercizio un qualsiasi impianto di seppellimento o di incenerimento di rifiuti, è possibile avviare, in tutta la regione, un processo virtuoso del ciclo dei rifiuti, adeguando, a seconda delle esigenze, pratiche e soluzioni già sperimentate; prima tra tutte la raccolta domiciliare dei rifiuti urbani divisa per frazioni che responsabilizza i cittadini , riduce di oltre il 70% il residuo da trattare negli impianti di TMB , permette di abbattere i costi di conferimento, trattamento e smaltimento a benificio delle tariffe pagate dai cittadini.
Non più rifiuti da distruggere ma “ materiali post – consumo “ da riimmettere nel ciclo produttivo per evitare le “emergenze”, rispondere alle Direttive Europee sull’Economia Circolare, preservare le risorse naturali , rimodulare stili di vita , modelli culturali e di sviluppo, per una società solidale e sostenibile.
La STRATEGIA RIFIUTI ZERO è attuabile , necessaria, improcrastinabile per preservare i territori da pesanti servitù , il patrimonio naturalistico, il paesaggio, la biodiversità , beni limitati e non rinnovabili . Crea nuovi posti di lavoro, che altro?