La Polizia di Stato – Questura di Latina, nel pomeriggio odierno ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Latina nei confronti di alcuni Amministratori tuttora in carica ed altri ex Amministratori del Comune di Aprilia.
In particolare, la complessa attività investigativa, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha preso le mosse da un esposto presentato da un Consigliere Comunale di opposizione Carmen Porcelli.
Esposto che ha indotto gli investigatori della Squadra Mobile ad approfondire alcuni aspetti collegati a richieste di rimborso di spese legali inoltrate a quell’Ente.
Tali approfondimenti hanno consentito di stabilire come i tre amministratori all’epoca dei fatti abbiano, in concorso con il loro legale di fiducia, fraudolentemente truffato quell’Amministrazione comunale.
Facendo lievitare le somme da rendergli, a seguito di un contenzioso che li vedeva vittoriosi, dai circa 1700 euro pro capite ad oltre 20.000 euro pro capite.
Oggetto di effettivo rimborso da parte dell’Ente ai predetti.
I predetti Amministratori e l’avvocato sono indagati in ordine ai reati di truffa aggravata e falso ideologico in atto pubblico.
Per induzione all’esito di una indagine contabile dinanzi alla Corte dei Conti, che li vedeva vittoriosi avverso le contestazioni mossegli da quell’organo giudiziario.
Presentavano, nel 2014 al Comune di Aprilia, condannato al pagamento delle spese legali da loro sostenute, istanze gonfiate di rimborso delle relative parcelle.
I mirati approfondimenti investigativi hanno evidenziato che le fatture erano state parzialmente contraffatte.
Inoltre era stato falsamente riportato all’Ente l’avvenuto pagamento al legale.
Inducendo così in errore la Giunta Comunale che deliberava il rimborso in favore dei tre.
Nel pomeriggio odierno, pertanto, è stata sequestrata la somma di oltre 60.000 euro presso gli istituti di credito riconducibili ai conti dei tre indagati.
Ed il provvedimento è stato loro notificato.
“Ho appreso da poco la notizia del sequestro preventivo dei beni di tre amministratori del comune.
Di cui uno in carica attualmente, il primo cittadino.
La vicenda è legata ai rimborsi gonfiati per le spese legali sui quali ho presentato un esposto nel 2015.
Avevo più volte richiamato il Sindaco e l’Amministrazione ad interpretare correttamente la sentenza della Corte dei Conti.
L’arroganza e l’impunità che sembrano essere proprie del potere hanno fatto si che prevalesse l’ egoismo dei singoli.
Sono molto soddisfatta per questo esito.
Non si possono truffare i cittadini per rimborsi triplicati.
Chi amministra dovrebbe dare il buon esempio.
E se è un sindaco a sbagliare, a maggior ragione, deve dimettersi subito.
È come se un padre sottraesse risorse ai propri figli o alla propria moglie”.
di Anna Catalano