Partirà tra pochi giorni il Torneo delle Regioni, tradizionale appuntamento per le Rappresentative Juniores di tutta Italia.
La società F.C. Aprilia avrà come suo rappresentante il difensore classe ’98 Pietro Bencivenga.
Che dunque non sarà a disposizione di mister Mauro Venturi per la gara di domenica in casa del Morolo.
Abbiamo sentito il giovane esterno alla vigilia della sua partenza.
Ecco le sue sensazioni:
Questa sarà la tua seconda partecipazione al “Torneo delle Regioni”.
Sicuramente è stata una bella esperienza, anche perché c’erano molti spettatori e fa sempre un certo effetto giocare con tanta gente sulle tribune.
Ricordo che siamo usciti nella fase a gironi, anche se sono convinto non lo meritassimo.
Speriamo che quest’anno vada in modo diverso.
Hai già avuto modo di allenarti con i ragazzi che faranno parte della squadra.
Come ti sembra la rosa allestita quest’anno?
Lo scorso anno ho partecipato da sotto età, perché la squadra era formata da ragazzi del ’97.
Essendo più grandi di me, sia compagni che avversari, mi sembravano tutti molto forti.
Ora, invece, siamo tutti del ’98 con qualche innesto del ’99, quindi mi sento più al livello della squadra.
Ciò non toglie che ci vorrà tanto impegno, perché vogliamo migliorare il risultato dello scorso anno.
Per rispondere alla chiamata della Rappresentativa non parteciperai alla prossima gara di campionato contro il Morolo.
Abbiamo visto in più di un’occasione che in questo campionato non ci sono partite facili, nessuno ti regala niente.
Il Morolo in casa ha fatto molti risultati positivi, anche contro le squadre di vertice.
In più sta lottando per uscire dalla zona play-out, quindi gli stimoli per metterci in difficoltà non gli mancheranno.
Sarà una bella partita, è un peccato non poterci essere.
Farò comunque il tifo per i miei compagni.
Il Torneo che stai per affrontare ti permetterà di confrontarti con realtà esterne al calcio laziale.
Lo scorso anno che impressione ti hanno fatto le altre Rappresentative?
Le differenze, ad essere sincero, mi sono parse minime.
Certo, le caratteristiche variavano da squadra a squadra.
C’era chi puntava più sulla determinazione e chi invece cercava più la qualità del gioco.
Anche per questo sono convinto che non meritassimo di uscire al primo turno, ce la siamo giocata alla pari con tutti dal mio punto di vista.
Lo scorso anno hai ricevuto la chiamata per questo appuntamento mentre cercavi la salvezza con il Cedial Lido dei Pini.
Quest’anno, invece, l’obiettivo per cui scendi in campo ogni domenica è ben diverso.
Questo cambio di mentalità come ti fa approcciare questa seconda esperienza al Torneo delle Regioni?
Sicuramente quest’anno ho sensazioni molto diverse.
Lo scorso anno era la prima esperienza al di fuori del settore giovanile, quindi mi rapportavo per la prima volta con degli uomini e non solo con dei ragazzi.
Quest’anno, inoltre, non ho la stessa spensieratezza quando entro in campo.
L’obiettivo posto dall’Aprilia impone di entrare in campo con una mentalità decisamente diversa, c’è una pressione diversa e sto imparando a gestirla.
Per me sarà un’esperienza notevolmente diversa.
Nelle convocazioni preliminari cosa sei riuscito ad imparare dagli altri compagni provenienti da diverse realtà?
E cosa pensi di poter ricavare da questa esperienza?
Il mio obiettivo, in ogni squadra in cui mi trovo a giocare, è migliorare.
Cambiare compagni può essere utile per rubare qualche segreto in allenamento.
Mentre guardare da vicino ragazzi provenienti da altre regioni potrà arricchire il mio bagaglio di conoscenze.
Che consigli ti hanno dato i tuoi compagni di squadra?
Da inizio anno tutti i compagni, ma in special modo i compagni di reparto della difesa, mi hanno sempre spiegato cose nuove.
Come muovermi, come tenere sotto controllo lo sviluppo del gioco.
Tutti hanno sentito la responsabilità di aiutare gli altri componenti del gruppo per spingerli a crescere.
Spero di mettere in pratica quello che ho imparato da loro sia con l’Aprilia che con la Rappresentativa.
E poi, magari, un giorno toccherà a me essere la guida di altri ragazzi.
di Anna Catalano