Tra le forze politiche che hanno rievocato il 25 aprile c’è anche il Blocco Studentesco.
Con una lunga nota, gli attivisti del movimento hanno letto dal loro punto di vista la data odierna:
“Ricordare questa data è fondamentale per riappropriarsi della città e ristabilire un’identità che altrimenti andrebbe persa.
Questa città è sorta dal lavoro di migliaia di italiani che dalla fondazione, il 25 aprile 1936, all’inaugurazione lavorarono per la sua costruzione in un’area che prima era occupata dalle più estese paludi pontine.
Esse ricaddero nell’opera di bonifica integrale voluta dal Duce Benito Mussolini negli anni ’30.
Mussolini inaugurò Aprilia il 29 ottobre 1937 come quarto comune sorto nell’Agro Pontino.
Un anno dopo la sua fondazione, rispettando le promesse di consegna dei lavori.
La bonifica integrale partita nel 1926 e conclusasi nel 1937 strappò circa 20.000 ettari di terra alla palude e alla malaria.
E ciò grazie ad un lavoro immenso di prosciugamento, scavo e disboscamento.
Agli Italiani che parteciparono ai lavori, soprattutto ex combattenti, veniva dato un terreno coltivabile di 18 ettari ed una casa nuova.
Tra i poderi – ricorda Blocco Studentesco – sorsero i borghi, intitolati ai luoghi dei campi di battaglia della prima guerra mondiale.
E le città, fiore all’occhiello di urbanistica del Razionalismo Italiano.
Bellezze architettoniche di cui poco è sopravvissuto alla distruzione portata dagli Alleati “liberatori”, e perpetrata nel clima di odio del dopoguerra.
Aprilia è una città di Fondazione Fascista che non può perdere il legame che la lega indissolubilmente ad un’epoca in cui la volontà degli uomini imponeva una forza ordinatrice, il marmo, contro il caos, rappresentato dalla palude”.
La parte conclusiva della nota va in aperta polemica con quanto accade oggi.
In particolar modo per quanto riguarda l’interesse politico per quanto accade nell’ambito scolastico:
“Proprio la palude è quella che i politici di oggi, i “riformatori”, hanno fatto tornare dentro le Scuole.
Una palude di burocrazia, tagli, sprechi e inefficienze.
Che vuole i ragazzi “impantanati” in una scuola azienda, imponendo massificazione e livellamento.
Gli studenti hanno bisogno di riappropriarsi di un’identità, una radice.
Di scoprirsi comunità in un tempo di sradicamento.
L’unico cambiamento possibile può, e deve, partire dai banchi di scuola.
Il futuro si conquista.
E come gli Italiani che fondarono Aprilia ottantuno anni fa, si costruisce.
Si costruisce con la volontà d’azione“.
di Massimo Pacetti
Ecco……mo mettetece na pezza!