Dubai pionieristica e… sostenibile

La svolta ecologica di una città agli eccessi

Stefania Cocco

Il massiccio sfruttamento delle risorse sembrerebbe non essere più il cavallo di battaglia della pionieristica città di Dubai, l’indiscussa capitale economica degli Emirati Arabi Uniti, anzi, il nuovo piano anti-crisi è testimone di un’importante inversione di tendenza nella gestione energetica della città. Dubai è un’incredibile città futuristica sul Golfo Persico, un’isola supertecnologica in mezzo al deserto, centro nevralgico per l’economia e la finanza e polo magnetico di investimenti esteri e del commercio marittimo. Grazie alla vendita di petrolio a partire dagli anni ’70, Dubai è stata capace di soddisfare ogni capriccio del settore turistico grazie ad un consumo energetico enorme, come la stazione sciistica in una zona climatica in cui la temperatura  arriva a superare i 40°C per la maggior parte dell’anno.

Ha potuto investire in una tecnologia all’avanguardia, in opere ingegneristiche innovative che sfidano le leggi della fisica; nella creazione di isole artificiali per le quali sono stati dragati i fondali marini e alterati gli ecosistemi locali, che ospitano hotel-grattacieli e villaggi turistici avvolti nel lusso sfrenato. L’acqua potabile necessaria al fabbisogno dell’intera città è ricavata dalla desalinizzazione dell’acqua del mare, con costi elevatissimi sia in termini economici che di impatto ambientale, mentre i materiali per le costruzioni provengono dalle economie emergenti di India e Cina, certamente non conformi ai parametri della sostenibilità. La svolta ecologica di Dubai investirà il 30% dell’introito della città in energia pulita per i prossimi 15 anni e ammodernerà le strutture già presenti per una maggiore ecosostenibilità.  24 saranno i gradi concessi ai condizionatori di tutta la città – indispensabili in un clima desertico – oltre i quali non sarà possibile rinfrescare i locali. Verrà incentivata l’installazione di grandi impianti fotovoltaici e si cercherà di ridurre le emissioni da fonti fossili. Inoltre, organi di controllo monitoreranno costantemente le attività dei nuovi progetti urbanistici, valutando la qualità delle realizzazioni economicamente e socialmente sostenibili. Sebbene la scelta del rispetto dell’ecosostenibilità non sia stata dettata da politiche eticamente lungimiranti ma da mere esigenze di mercato, soprattutto immobiliare (che dal 2008 ha visto precipitare i costi nel paese), la pianificazione di una riqualificazione energetica in chiave ecologica e sostenibile non può che farci piacere; inoltre, dalla tempestività con cui da sempre la città di Dubai è capace di rispondere a determinati bisogni, il nostro paese dovrebbe saper imparare.

 

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