I casi legati alle infezioni portate dalla zanzara Chikunguya alle porte della nostra città riportano alla ribalta le questioni relative a disinfestazioni e profilassi.
Un tema che già nei mesi scorsi Aprilia in Prima Linea aveva affrontato, chiedendo interventi urgenti.
In una nota inviata alle autorità lo scorso 15 giugno, la Presidente Sabrina Esposito Montefusco ed il coordinatore Emanuele Campilongo riportavano di aver ricevuto
“numerose segnalazioni riguardo un notevole aumento di zanzare nell’abitato di Campo di Carne.
Le quali, in questo periodo di forte aumento delle temperature, sembrano avere trovato le condizioni ideali per la proliferazione.
Vista anche la presenza di aziende che trattano rifiuti, con accatastamenti degli stessi anche all’esterno.
Tale fattore si unisce anche al problema già da noi sollevato e senza che nulla sia stato fatto, dei lotti incolti non curati.
Che spesso diventano, per l’inciviltà di molti ed il lassismo di chi non controlla, delle vere e proprie discariche a cielo aperto.
Ciò nonostante una delibera comunale, totalmente disattesa.
Non dimentichiamo che in zona le fogne in pratica non esistono (ciò è stato anche oggetto di una interrogazione parlamentare) e solo in pochi si sono adeguati con gli scarichi secondo la normativa di legge.
L’inefficienza della macchina comunale e la carenza di controlli permettono a tanti di sversare il liquame in scolina”.
Questo esposto, a quanto pare, non ha avuto seguito.
Ora, con i casi riscontrati ad Anzio, la richiesta di APL si rinnova, contando anche che il nostro territorio
“confina pochissimi chilometri con quelli oggetto di numerosi casi acclarati.
Secondo le ultime notizie stampa si sarebbe arrivati a 13, con 35 casi sospetti“.
Per meglio comprendere la necessità delle istanze di disinfestazione e profilassi chieste da APL, i due responsabili richiamano i dati forniti dal Ministero della Salute.
Nella nota emanata lo scorso 27 dicembre per la prevenzione e controllo della malaria, infatti, veniva segnalato come
“i decessi – riportano Esposito Montefusco e Campilongo nel loro esposto – siano stati quattro, dovute ad infezioni da Plasmodio falciparum acquisite in Africa.
Il 70% dei malati sono uomini, il 45% ha tra i 24 ed i 44 anni.
I cittadini italiani colpiti da malaria rappresentano il 20% dei casi.
Di questi, il 41% era in viaggio per lavoro, il 22% per turismo, il 21% per volontariato/missione religiosa.
Gli stranieri rappresentano l’80% dei casi di malaria.
Di questi, l’81% dei casi si è registrato tra immigrati regolarmente residenti in Italia e tornati nel Paese d’origine in visita a parenti ed amici.
Un altro 13% di casi si registra tra immigrati al primo ingresso.
Il Ministero spiega anche come gli immigrati residenti in Italia che tornano nei Paesi di origine per brevi periodi
“presentano una probabilità 8 volte più elevata di ammalarsi di malaria rispetto ad altre tipologie di viaggiatori.
E per quelli diretti in Africa Occidentale tale valore sale a 10, poiché frequentemente non effettuano una adeguata profilassi antimalarica”.
La richiesta conclusiva dei responsabili di Aprilia in Prima Linea è espressa molto chiaramente:
“Chiediamo che vengano intrapresi celermente tutti gli opportuni interventi di disinfestazione e tutte le precauzioni del caso.
Come il blocco delle donazioni di sangue“.
di Massimo Pacetti