In arrivo i Google Glass 2.0

L’ultima rivoluzione tecnologica

Dopo le Smart Shoes, le scarpe dotate di sensori in grado di giudicare il livello di “pigrizia” dell’utente, Google ha lanciato la punta di diamante delle attuali wearable technologies (tecnologie indossabili), la nuovissima versione 2.0 dei Google Glass, gli occhiali sperimentali del colosso informatico che consentirebbero varie operazioni virtuali attraverso semplici comandi vocali. A seconda delle applicazioni installabili le potenzialità di questo rivoluzionario dispositivo potrebbero ampliarsi in futuro e spaziare dal mondo dei videogiochi a quello della chirurgia, passando per infiniti impieghi quotidiani se utilizzato come telecomando per eventuali elettrodomestici intelligenti.

Nella sua versione “spoglia” i Google Glass consentono in generale di documentare qualcosa in modo immediato mantenendo completamente libere le mani. Dotati di una buona messa a fuoco anche a piccole distanze e di una buona profondità di campo, indossando i Glass è possibile scattare foto attraverso un semplice movimento del capo ed un comando vocale, quasi nello stesso istante in cui si individua un soggetto da immortalare. Consentendo di concentrarsi soltanto sulla visione, posso fare una ripresa video di ciò che sto facendo, continuando contemporaneamente a manipolare qualcosa con le mani, a giocare col mio gatto, a mostrare una procedura manuale dal mio punto di vista, ad esempio ai fini di un tutorial, cosa che sarebbe impossibile con un dispositivo fotografico in mano. Il sistema operativo che gestisce le funzioni dei Google Glass è molto semplice ed essenziale in quanto il prodotto si trova ancora in una fase di progettazione, ma è senz’altro molto migliorabile con l’inserimento di svariate app. Alcune di queste, ad esempio, potrebbero aiutare non udenti e disabili a rispondere al telefono e ai messaggi.

Attraverso un’app per smartphone chiamata “Talking Gogglesche traduce scritte e identifica oggetti in tempo reale, i non vedenti potrebbero ascoltare la descrizione della realtà che scorre davanti – è il caso di dirlo – il loro sguardo, o di identificare, ad esempio, la linea di un autobus, la sua direzione e il numero di fermate. Un’eventuale app per il riconoscimento facciale potrebbe aiutare i non vedenti a suggerire i nomi delle persone, o aiutare i malati di sindrome di Asperger a decodificare le emozioni delle persone dalle espressioni del volto. I Glass, inoltre, potrebbero simulare una visione limitata per coloro che soffrono di glaucoma allo stadio iniziale, al fine di valutarne il campo visivo e fare un’autodiagnosi precoce che consentirebbe di risparmiare tempo e denaro. Vicinissima alla commercializzazione, la nuova versione dei Google Glass sarà compatibile con le lenti da vista grazie all’accordo raggiunto da Google con la VSP Global, una grande azienda del settore della cura degli occhi, che si occuperà di fornire montature e lenti di qualità e dal design accattivante, aprendosi la strada ad una larghissima fetta di mercato. La ricerca del colosso Google contribuirà ancora una volta a cambiare il nostro modo di fare le cose, di rapportarci al mondo in cui viviamo e di assorbire l’innovazione tecnologica. Per capire la portata di questi fenomeni basti pensare a come il mondo del digitale si riflette repentinamente sulla nostra lingua. Come ci spiega il caro buon dizionario Treccani: “ogni nuovo strumento ha creato i suoi vocaboli”. Certamente qualcuno inorridirà, ma è davvero il caso di dire che ciascuno di noi non può più fare a meno di “googlare” quotidianamente.

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