Non bastava l’onta di Anis Amri e dei suoi sodali – il boia di Berlino – ma ora veniamo a sapere che anche l’attentatore di Marsiglia ha soggiornato a lungo ad Aprilia, trovando anche il tempo di segnalarsi per reati gravi, e invece di essere cacciato a pedate, gli è stato anche rinnovato il permesso di soggiorno. Anche questo ulteriore smacco, questa nuova vergogna deve sopportare questa città ormai in tutta evidenza, inserita in un pericoloso circuito di soggiorno di terroristi e assassini della peggior specie, forse perché le Istituzioni preferiscono ignorare la gravità del problema. Ricordiamo le parole intrise di buonismo rassicurante proferite dal Sindaco Terra, in cui si negava qualsiasi problema immigratorio e sulla presenza di potenziali terroristi sul nostro territorio.
Ora, dopo questo nuovo caso e al contemporaneo inserimento di Aprilia nel circuito Sprar – sui cui modi e tempi daremo filo da torcere – cosa avranno da dire i sostenitori di quella infezione sentimentale e ideologica che è la presunta società dell’accoglienza? Chiacchiere vuote, prive di collegamento con la realtà. Ora, solo chi non vuole vedere può negare che la misura è colma. E’ necessario un cambio di politica radicale, le frontiere devono essere immediatamente chiuse e con esse, qualsiasi percorso di promozione di quella che è a tutti gli effetti è un’invasione di stampo militare. Siamo in guerra, e in guerra si sceglie il campo in cui combattere. Noi siamo fermamente convinti della necessità di combattere per la difesa della nostra identità, della nostra sovranità e della nostra sicurezza, preservando il modo di vivere che è proprio del nostro popolo e che non possiamo vederci strappare via dalle mani, perché manca la necessaria reazione.
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La pavidità e la mollezza di larghi tratti dell’opinione pubblica, pesantemente bombardati dalla propaganda continua pro-immigrazione, deve essere combattuta localmente mostrando che c’è chi non si arrende a questo sistema, che oltre che fallimentare è anche criminale. Essere esempio, ecco il nostro scopo. Aprilia in Prima Linea vuole costituire l’argine attraverso il quale respingere l’invasione immigratoria, ma i singoli cittadini devono essere i “sacchetti di sabbia” che rinforzano l’argine impedendo che esso tracimi. Fedeli alla nostra missione continueremo con un’opera di “doppio binario” sia nelle Istituzione che nelle strade, opponendoci in ogni modo possibile alla sottomissione della nostra comunità etnica e politica. Contatteremo i nostri referenti politici e scriveremo al Ministro degli Interni e a chiunque abbia voce in capitolo, faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità, cercando di ottenere quell’attenzione che volutamente non si è ottenuto in precedenza perché non faceva comodo. La misura è colma.