I fatti di cronaca degli ultimi tempi avvenuti ad Aprilia hanno riportato in auge il tema della dotazione di armi nella Polizia Locale.
A suggerire l’iniziativa è il Consigliere di opposizione Vincenzo La Pegna
Tra l’altro molto interessato alla questione visto che anche lui, fino al pensionamento, è stato inserito nei quadri di una forza pubblica (Guardia di Finanza):
“Ritengo – afferma La Pgna – non sia questa nostra città un covo di terroristi.
Sebbene abbiamo avuto la disgrazia di averne “ospitati” già due.
Credo sia arrivato di nuovo il momento di discutere per dotare la polizia locale di armi.
Anche alla luce di aggressioni ad agenti della polizia locale che con pochi, o nessun mezzo, a disposizione debbono anche fronteggiare risse, rimettendoci di persona.
A suo tempo iniziarono un percorso istruttivo al fine di ottimizzare l’esperienza sulla linea di tiro del poligono.
Nonché prendere confidenza e conoscenza delle armi che potrebbero essere date in dotazione al corpo.
Nei tempi in cui viviamo abbiamo bisogno anche del supporto della nostra polizia locale, che vive giornalmente in strada.
E potrebbe essere un valido supporto alle forze dell’ordine già presenti sul territorio.
Assolutamente – precisa il Consigliere – non una corsa alle armi.
Ma l’utilizzo intelligente e misurato delle stesse, soprattutto nell’esercizio delle proprie funzioni.
Quasi tutte le città d’Italia hanno nel proprio corpo di polizia urbana il loro armamento individuale.
Credo sia giunto il momento di formare i nostri ufficiali ed agenti affinché possano dare il loro supporto in materia di sicurezza, sia essa personale che alla collettività.
Il Consigliere La Pegna, inoltre, aggiunge un’altra considerazione riguardante la sicurezza e la Polizia Locale.
E riguarda le misure di prevenzione carenti nell’edificio sede del Comando:
“Altro problema da non sottovalutare e che, ad oggi, sembrerebbe mai preso in considerazione, è il considerare la polizia locale estranea alla vita cittadina sotto il profilo del “comparto sicurezza”.
Basta considerare che lo stesso comando P.L. , non ha i crismi di sicurezza che dovrebbe avere un reparto di polizia.
Tutti possono entrare senza essere prima riconosciuti/identificati, senza un vetro blindato o telecamere che permettano all’agente di servizio di verificare l’avventore di turno.
Spero, anzi sono certo, che la nuova segretaria comunale alla quale auguro buon lavoro, sappia dare, vista la sua esperienza e preparazione, un valido contributo.
Affinché si raggiunga il risultato da molti sperato, anche tra gli stessi addetti ai lavori.
E far svolgere a questi ultimi, seppur carenti sotto l’aspetto di organicità, il loro servizio in sicurezza.
Garantendo alla città un nuovo valido contributo in materia.
Invito pertanto questa amministrazione – conclude il Consigliere – a riprendere in considerazione queste argomentazioni.
Provvedendo al più presto ad avviare un percorso più volte avviato ma mai concluso, soprattutto per la mancanza di volontà politica.
Perché di fronte alla sicurezza delle città, non dovremmo mai sentire termini quali: “non ci sono soldi”.
Perché per altro i soldi li hanno sempre trovati.
Questo mio intervento è soprattutto finalizzato a prevenire l’uso del famoso “si poteva evitare” o “lo avevamo detto”.
Invito tra l’altro il sindaco a prendere in considerazione quanto segnalato dal sottoscritto senza barriere politiche.
Perché l’argomento sicurezza riguarda lui per primo, quale espressione di questa città e tutti i suoi concittadini”.
di Massimo Pacetti