Si è svolta questo pomeriggio, come programmato, la conferenza pubblica per esporre ai cittadini di Aprilia i risultati dell’indagine epidemiologica.
I primi campionamenti sono partiti nel 2015, e varie volte è stata procrastinata la pubblicazione dello studio.
Questo perché, come ha spiegato il Sindaco Terra,
“quando abbiamo certificato alcuni lavori, ci siamo resi conto che era necessario approfondire altri aspetti”.
A sottolineare un dato molto importante di questo studio è stato il Direttore Generale della Asl di Latina, dott. Giorgio Casati:
“Non è uno studio che mette in correlazione cause ed effetti.
Per questo tipo di lavoro ci sarebbe stato bisogno di campionamenti molto più ampi.
Si tratta comunque di un lavoro che non ha precedenti in altre zone d’Italia.
Senza questo strumento il servizio sanitario lavorerebbe basandosi su degli standard nazionali, mentre così sarà possibile conoscere i fabbisogni specifici del territorio apriliano”.
Molti gli aspetti analizzati dagli esperti, a partire dall’argomento tumori:
“Questi – ha spiegato il dott. Fabio Pannozzo, Direttore del Registro Tumori provinciale – non hanno una unica causa.
Pertanto il lavoro effettuato è di natura descrittiva, cioè sono stati riportati i dati sull’incidenza e sulla mortalità relative ai tumori”.
Da questi studi, ad esempio, è risultata una minore presenza di tumori maschili al colon retto rispetto alla media provinciale.
D’altro canto, è anche risultato che nelle donne apriliane il tumore alla tiroide è il terzo per incidenza, mentre nel resto d’Italia è al 4° od anche 5° posto.
Sempre su questo argomento è intervenuta la dottoressa Paola Michelozzi, Responsabile del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio.
Interessante il dato emerso nella sua relazione secondo cui
“il distretto sanitario Latina 1, in cui rientra Aprilia, segna il dato sulla mortalità tumorale più basso di tutta la Regione.
Così come è il più basso anche il dato sull’incidenza tumorale“.
Più nel dettaglio, la relazione della dottoressa Michelozzi ha riportato i dati relativi a 5 macrozone in cui è stata suddivisa la città:
“Nella Zona 1 (centro) non si riscontrano eccessi di incidenza o mortalità rispetto alle medie di riferimento.
La Zona 2 (Casalazzara) segna invece un eccesso di mortalità per tumori al fegato, nel caso degli uomini, e alla mammella per le donne.
Nella Zona 3 (Carano) si registra un eccesso di incidenza di tumori alla cute e allo stomaco per ciò che attiene gli uomini; per le donne, invece, l‘eccesso di mortalità riguarda le malattie respiratorie, mentre l‘incidenza del tumore alla tiroide è più elevato rispetto ai dati medi.
Peculiare la situazione della Zona 4 (Campo di Carne), dove per la popolazione maschile non si riscontrano criticità rilevanti, mentre la mortalità femminile è principalmente dovuta a tumori all’utero.
Una situazione che non può essere ritenuta accettabile.
L’ultima Zona (Fossignano) registra un eccesso di mortalità maschile per tumori alla trachea, mentre nelle donne c’è un eccesso di incidenza di tumori alla vescica”.
Nel complesso, comunque, secondo la relazione della dottoressa Michelozzi
“la situazione di Aprilia non presenta particolari criticità.
Negli ultimi 15/20 anni lo stato di salute della popolazione è migliorato”.
Dall‘Istituto Superiore della Sanità di Roma, il dott. Francesco Cubadda è intervenuto per ciò che attiene la situazione dell’arsenico.
Si tratta del secondo studio fatto su questo aspetto, dal quale lo stesso Istituto ha preso spunto per avere dei riferimenti:
“Nelle rilevazioni degli anni precedenti, le acque attinte dai pozzi privati arrivavano a contenere anche 230 microgrammi di arsenico per litro, quando il limite di legge è di 10″.
Da questi dati è partito lo studi effettuato prendendo come riferimento l’acquedotto di Latina Scalo, in cui sono presenti solo 2 microgrammi di arsenico in ogni litro di acqua.
Il raffronto con le acque di Aprilia, pur effettuato su un campione molto ristretto, è stato condotto su due tipologie:
“Quelle prese dai pozzi – come ha spiegato il dott. Cubadda – e quelle dell’acquedotto comunale.
Le prime hanno presentato valori variabili, passando da 2,5 microgrammi fino ad un massimo di 40 in alcune zone.
L’acquedotto, invece, presenta un valore piuttosto costante intorno a 8,2 microgrammi/litro”.
Grafici e dati della presentazione odierna hanno riguardato anche gli incidenti sul lavoro (relazione a cura del dott. Roberto Lupelli, Responsabile Dipartimento di Prevenzione della Asl) e gli stili di vita (dott.ssa Silvia Iacovassi, dello stesso Dipartimento).
Un lavoro non esaustivo al 100% secondo le aspettative di molti, ma che tutti gli esperti presenti hanno definito come una base ottima su cui impostare ulteriori ricerche.
di Massimo Pacetti