“Il mio un semplice gesto di sportività”

Nicolò Francescotti spiega con semplicità il gesto di calciare fuori il rigore ingiusto assegnato alla sua squadra: “Sono felice di ciò che ho fatto”

Il calciatore del momento ha 13 anni.

Si chiama Nicolò Francescotti, gioca nel settore giovanile della F.C. Aprilia, categoria Giovanissimi Provinciali fascia B, squadra cogestita dalla società La Pelota.

Domenica, durante una partita di campionato, l’arbitro ha assegnato un rigore alla sua squadra.

Rigore, però, inesistente.

E allora ha preso il pallone e ha fatto

“un gesto che si dovrebbe fare in tutti gli sport.

Semplice”.

Non tanto, in realtà.

Anche perché. se così fosse, non avrebbe fatto tanto clamore la sua vicenda.

Eppure per lui è stata la cosa più naturale del mondo:

L’arbitro era inesperto – afferma il giovanissimo calciatore – era alla sua prima partita.

Ho ritenuto che avesse preso la decisione sbagliata ed ho agito di conseguenza.

Tutti i compagni sono subito venuti ad abbracciarmi e dagli spalti sono partiti applausi.

Questo mi ha reso ancora più contento di aver preso quella decisione”.

Poteva non essere contento il suo allenatore, visto che comunque sempre 3 punti erano in palio.

Ma mister Gianmatteo Salvadori mostra grande orgoglio per il suo Nicolò:

“Da lontano – sottolinea il tecnico – non si era nemmeno ben capito cosa fosse successo, perché il fischio non lo abbiamo sentito dalla panchina.

Di sicuro il rigore non c’era, ma la spontaneità del gesto rimane la cosa più importante da sottolineare.

Parliamo di un ragazzo di 13 anni, attaccante, che aveva già segnato due gol ed ha rinunciato al terzo.

Un bellissimo gesto di altruismo”.

Il settore giovanile deve essere anche un ambito di crescita personale, e non solo sportiva.

Questo l’obiettivo con cui mister Salvadori cerca di impostare il suo lavoro:

Vogliamo vincere – afferma – ma non a tutti i costi.

Vogliamo vittorie leali.

In allenamento ogni tanto fischio qualcosa di sbagliato per vedere la reazione, e mi accorgo che i ragazzi non protestano se non per qualcosa di realmente errato.

Qualche settimana fa un altro ragazzo ha spedito fuori un calcio d’angolo che non doveva essere assegnato.

Per me i due gesti si equivalgono”.

Giovani calciatori, e bravi ragazzi, crescono.

di Massimo Pacetti

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