Una mattinata diversa, che gli studenti del liceo Meucci di Aprilia ricorderanno a lungo.
Questa mattina, infatti, l’auditorum della scuola apriliana ha ospitato l’ottavo incontro sulla legalità, cui hanno partecipato ospiti di alto profilo.
Ad accompagnare il collega Matteo Munno e l’Assessore Vittorio Marchitti, erano infatti presenti Renato Scalia ed i signori Alma e Leopoldo Petri, rispettivamente moglie e fratello del poliziotto ucciso dalle Nuove Brigate Rosse nel 2003.
Ex agente della Digos, Scalia ha raccontato della sua esperienza in prima linea nella lotta alla mafia, ricordando anche figure di primo piano nello scontro delle Istituzioni con la criminalità organizzata.
Non poteva mancare, ad un giorno dalla ricorrenza della strage di Capaci, un riferimento al lavoro fatto dai giudici Falcone e Borsellino:
“Il cosiddetto maxi-processo – ha ricordato l’ex funzionario di Polizia – durò 6 anni, e vedeva imputate ben 460 persone.
Oggi in 7 anni si conclude il primo grado di un processo per truffa.
Anche questi aspetti fanno capire l’importanza del lavoro fatto da Falcone, Borsellino ed il pool antimafia.
Qualcuno non voleva che la giustizia in questo Paese avesse modo di agire.
E a causa di queste persone dal 1989 ben 35.280 agenti hanno perso la propria vita nella lotta alla mafia”.
Toccante l’intervento della signora Alma Petri, che non ha voluto vedere la prima parte del filmato dedicato alla memoria di suo marito.
Le immagini dei funerali solenni a lui dedicati
“fanno ancora troppo male, nonostante siano passati quindici anni.
La legalità – è stato il monito della signora Petri rivolto ai ragazzi presenti – deve essere un aspetto quotidiano della vostra vita.
Mio marito è stato definito un gigante buono della legalità: mi piacerebbe che di questi giganti buoni ce ne fossero di più.
La legalità si conquista avendo rispetto per sé stessi e per gli altri.
Non siate spettatori della vostra vita, ma protagonisti”.
Legato all’attualità, invece, l’intervento di Leopoldo Petri:
“Ho visto comparire scritte inneggianti gli assassini di mio fratello e a quelli di Marco Biagi.
Sulla tomba di Aldo Moro, inoltre, sono comparsi degli sfregi che rendevano omaggio a chi si è reso responsabile della sua morte.
Queste sciocche ideologie non hanno portato a nessun risultato, se non al dolore per i familiari delle vittime.
Non abbassate la guardia ragazzi, perché il ritorno di questi stupidi ideali mettono in pericolo il vostro futuro”.
L’incontro nell’auditorium del liceo è andato avanti per oltre un’ora e mezza, coinvolgendo molto i giovani che vi hanno preso parte.
Il loro interesse è il miglior segnale che poteva arrivare da loro.
Vuol dire che stanno prendendo coscienza dei pericoli che li circondano, e vogliono imparare a combatterli.
di Massimo Pacetti