È stato ufficialmente costituito oggi il Comitato No Sprar di Aprilia.
Poco meno di un anno fa il Comune di Aprilia si disse intenzionato ad entrare nella rete Sprar per l’accoglienza dei migranti, per poterne sfruttare le regolamentazioni dei flussi migratori sul proprio territorio.
Fin dal primo momento questa decisione scatenò le critiche dei gruppi di centrodestra, che ora avranno la possibilità di confluire all’interno del Comitato No Sprar.
I promotori dell’iniziativa, infatti, hanno inviato
“un appello a tutti gli schieramenti politici, ai liberi cittadini e professionisti che non si riconoscono in queste politiche immigrazioniste.
Se il Comune è pronto ad aprire le porte, noi siamo pronti a chiuderle.
L’unione fa la forza.
Il nostro primo obiettivo sarà quello di creare un coordinamento più ampio possibile, a cui tutti sono invitati a partecipare per partire al più presto con le iniziative.
Noi non ci arrendiamo.
Difendi Aprilia sarà la nostra parola d’ordine”.
L’impegno del Comitato No Sprar, più che contro i migranti, è rivolto alle cooperative che ne gestiscono l’accoglienza.
Le quali vengono ritenute parte di una “filiera dell’accoglienza” che coinvolge anche le Nazioni Unite.
“Come dimostrano le recenti indagini – sostengono dal Comitato – le cooperative hanno legami attivi con il caporalato.
E sono colpevoli di sfruttamento dei richiedenti asilo, come dimostrato dai sei arresti del giugno scorso.
Nulla di umanitario, semplice “spirito imprenditoriale” neanche troppo velato.
Che specula su una tratta di schiavi che arriva da noi grazie all’operato di ONG e UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati).
La sigla delle Nazioni Unite (finanziata dalla Open Society Foundations di George Soros) in questi anni ha investito milioni di dollari per aiutare, facilitare e garantire l’accesso degli immigrati in Europa”.
Tramite la sua pagina Facebook, il Comitato No Sprar di Aprilia è pronto a raccogliere suggerimenti ed adesioni per la sua lotta.
Che nei prossimi mesi si preannuncia decisamente aspra.
di Massimo Pacetti