Un mercato molto più favorevole per chi vuole comprare un appartamento piuttosto che venderlo
Si parla ancora di crisi, ma stavolta forse a qualcuno potrebbe non dispiacere troppo. Stiamo parlando del periodo terribile che sta attraversando il mercato immobiliare italiano, certo è che nel 2009 il mercato sarà più favorevole a chi acquista casa rispetto a chi la vende. Infatti secondo le stime di uno dei principali operatori del settore, il prezzo medio degli immobili è destinato a cedere circa il 6%. Gli esperti del settore in ogni modo assicurano che nei prossimi anni la crisi si arresterà e “il mercato delle compravendite si stabilizzerà dopo le forti contrazioni subite negli scorsi anni, soprattutto nelle grandi città”. Dopotutto è una legge di mercato: se il mercato si sgonfia l’offerta si adegua. Già, anche se gli appartamenti di nuova costruzione – che sono passati dai 193 mila del 1999 ai 336 mila dello scorso anno – diminuiranno a circa 380 mila nel 2009. I perché di questo sgonfiamento repentino del mercato immobiliare possiamo trovarli nell’assestamento dei nuclei familiari, che fino ad adesso tendevano a rimpicciolirsi e la sempre meno voglia dei figli di lasciare la casa dei genitori. Oltre le precedenti stime è possibile anticipare alcuni dei fenomeni che si paleseranno a breve sul mercato: sconti per le grandi metrature, problemi di abbondanza di nuove case nei centri più piccoli e l’incremento del numero delle case in affitto. Saranno i centri medi e piccoli di tutt’Italia a risentire maggiormente di questa crisi, mentre le città avranno un calo minore del prezzo. Dati precisi è possibile averne analizzando la situazione delle due più grandi città italiane, Roma e Milano. Nella Capitale si dovrebbe avvertire meno il calo delle vendite con un -2% rispetto alla media nazionale del -3% mentre all’ombra della Madonnina si terrà meglio sul versante prezzi con una flessione del 5% contro il -6% delle transazioni. Insomma, un mercato molto più favorevole per chi vuole comprare casa piuttosto che venderla. Infatti il tasso a tre mesi – riferimento che le banche utilizzano per gran parte dei mutui a tasso variabile – è arrivato al 2,928% il livello più basso dal 29 maggio 2006. Crolla ai minimi dal 2004 anche l’altro tasso interbancario, il Libor, ora all’1,44% per i prestiti a tre mesi. Ma questo è soltanto un sollievo dopo anni di continui rincari. La Federconsumatori ha calcolato che dal 2001 ad oggi i costi relativi all’acquisto di case sono lievitati del 35% (da 730,55 del 2001 a 989,40 del 2008). L’aumento delle rate dei mutui a tasso variabile è stato mediamente di 200 euro al mese e ha coinvolto oltre 3 milioni di famiglie. Consistenti rincari, poi, hanno interessato soprattutto le bollette energetiche: + 54% per il riscaldamento e + 40% per il gas. Si aggiungono i costi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, +189%. Ancora peggio è per gli affittuari: +79%, passando da un costo mensile di 610 euro nel 2001 a 1.090 Euro del 2008. L’unica soluzione, forse, è quella di comprar casa all’asta, cosa che garantisce uno sconto di circa il 20% sui valori del mercato tradizionale. Convenienza, dunque, e pochissimi rischi dato che sui siti internet certificati si possono trovare tutti i dati che possano interessare l’acquirente, compresa l’ordinanza del giudice e la stima della casa, corredati da foto e piantine degli immobili.
LAURA RICCOBONO