Sarà al Teatro Europa di Aprilia il 14 marzo “Quando la moglie è in vacanza“, con Massimo Ghini e Elena Santarelli. Il regista, Alessandro D’Alatri ha voluto rileggere in chiave moderna un classico del cinema internazionale, ambientandolo nell’Italia dei nostri giorni. Il testo di George Axelrod aveva debuttato già nel 1952 a Broadway con un notevole successo di critica e pubblico, ma la sua consacrazione arrivò nel 1955 con l’adattamento cinematografico di Billy Wilder.
Intramontabile commedia sulle manie erotiche dell’uomo medio e satira di costume del perbenismo della middle class, nel 2000 é stata inserita dall’American Film Istitute, al 51esimo posto fra le cento migliori commedie americane di tutti i tempi. Significativo soprattutto il titolo originale dell’opera ”The seven year itch”, letteralmente ”Il prurito del settimo anno”che fornisce di certo spunti interessanti rispetto all’adattamento italiano ”Quando la moglie è in vacanza”.
Il testo è rivitalizzato e adeguato ai nostri riferimenti culturali: l’argomento universale e fuori dal tempo si adatta benissimo alla realtà del nostro tempo. Il regista ha spezzato, inoltre, i tempi narrativi della trama originale fra un piano reale e la proiezione delle reciproche insicurezze dei personaggi. Per rappresentare il proprio conflitto interiore Massimo Ghini si sdoppia, facendo dialogare il suo personaggio con un alter-ego “vestito da James Bond” videoproiettato in scena.
La satira senza epoca del perbenismo degli anni ‘50 è reinterpretata e messa a confronto con le ambizioni di una ragazza che cerca di affermare la propria personalità attraverso l’impegno nel mondo patinato della pubblicità, della moda o dello spettacolo in generale. Quasi sessant’anni dal suo debutto il testo sembra recuperare lo sguardo originale dell’autore che realizzò un’analisi lucida, divertita anche in parte amara dei comportamenti e delle relazioni fra uomini e donne.
La nuova versione mette alla berlina l’ipocrisia di molti intellettuali del nostro tempo.
Protagonista Elena Santarelli, nei panni di una bionda dalla prorompente fisicità, che sconvolge la banale quotidianità di Riccardo, colto e raffinato editor, mentre la moglie è via. Massimo Ghini veste i panni di quest’ uomo spaventato dalla femminilità apparentemente irraggiungibile della giovane donna.
È di Edoardo Erba la traduzione e l’adattamento teatrale, mentre le musiche sono state appositamente scritte da Renato Zero: dieci canzoni pensate come monologhi interpretati dai protagonisti. I brani punteggiano la commedia dall’inizio alla fine, accompagnando il percorso interiore di Riccardo e il confronto con le sue tentazioni fedifraghe.
Non bisogna però immaginare la pièce come un remake del film: niente “tagliatelle” e niente gonna di Marilyn Monroe sospinta al vento dal soffione della metro. Al centro dello spettacolo non più gli anni ’50, ma le ipocrisie del nostro tempo. I due attori non guardano alla coppia mitica, ma ricostruiscono i propri personaggi. Elena Santarelli, alla sua prima prova teatrale, non tenta un confronto impossibile con Marilyn Monroe. L’attrice si è infatti affidata solo al testo e alla sintonia con il personaggio, nello spaesamento della ragazza di provincia che si trasferisce in città per fare la modella, pur prendendo le distanze dall’ingenuità che caratterizza il personaggio.
Melania Limongelli