La cerimonia di inugurazione del monumento ai caduti nello Sbarco di Anzio, che ha visto l’arrivo del musicista dei Pink Floyd ad Aprilia, ha messo a dura prova la pazienza dei cittadini che ieri mattina non hanno potuto svolgere semplici commissioni. Chiusi l’ufficio ragioneria, l’anagrafe e l’ufficio messi, mentre all’elettorale si è presentato un solo dipendente: tutti assenti per assistere alla cerimonia pubblica di inaugurazione. Ciò è accaduto sia a Piazza Roma, che al Palazzo di vetro. A denunciare l’accaduto il consigliere comunale di centrosinistra, Carmen Porcelli che ha sottolineato la mancanza di rispetto per i cittadini e le responsabilità del sindaco e dell’Amministrazione.
“Una cosa vergognosa – spiega il consigliere comunale di Sel – nonostante la carenza di personale, le pratiche arretrate e i nuovi orari di apertura degli uffici – che hanno provocato non pochi disagi all’utenza – in Comune si respira un’aria da fine anno scolastico. Fosse stato ricevuto in aula consiliare, avrei anche compreso la curiosità di vedere un personaggio di fama mondiale, ma l’evento si è svolto a chilometri dal centro, in una struttura tra le altre cose di proprietà della provincia.”
Carmen Porcelli ha evidenziato la leggerezza di un’amministrazione che ha ritenuto giusto chiudere gli uffici pubblici, per accogliere una personalità internazionale, sicuramente di rilievo, ma a danno dei cittadini che hanno fatto i conti con l’assenza di personale. Sicuramente l’evento destava la curiosità dell’intera comunità, ma sarebbe stato sufficiente anche garantire in ciascun ufficio almeno la presenza di un dipendente. Si sarebbe così evitata l’interruzione totale dei servizi pubblici che ieri ha interessato la città.
“Io non credo che nelle grandi città abituate all’arrivo di vip e personalità internazionali, si chiudano gli uffici pubblici; purtroppo mi dispiace notare che per quanti sforzi si compiano si continua a coltivare una mentalità da sagra di paese che non si addice ad una città di 70 mila abitanti” ha aggiunto. “Chiaramente la colpa non è dei dipendenti, ritengo piuttosto che da parte del sindaco e della sua amministrazione aver tollerato una simile decisione rappresenti una pesante assunzione di responsabilità: il sindaco non può pensare di gestire il comune come se fosse casa propria, una cosa di sua proprietà”. “Mi chiedo poi, visti i pessimi risultati conseguiti nella gestione dei tributi e delle finanze, in assenza poi di una guida politica a gestire il settore, con quale leggerezza e superficialità sia stato concesso il placet ai dipendenti dell’ufficio ragioneria di assentarsi e chiudere l’ufficio”.
Melania Limongelli