Da nove giorni la Polizia Locale di Aprilia, dopo quasi un anno di incarico ad interim della Segretaria Generale del Comune di Aprilia Gloria Di Rini, ha un Comandante.
Si tratta di Massimo Giannantonio, ex capo di gabinetto del Sindaco Antonio Terra nella scorsa consiliatura, incarico ottenuto dopo essere stato inquadrato, per oltre vent’anni, proprio nel corpo della Polizia Locale.
Lo abbiamo incontrato per chiedergli in che modo ha intenzione di rimettere mano al Comando della Polizia Locale dopo l’ultimo travagliato periodo.
Sono stato per 20 anni all’interno dei quadri della Polizia Locale prima di esserne nominato Comandante dall’allora Sindaco Domenico D’Alessio. Rientrare ore, dopo 7 anni, mi dà certamente un’emozione speciale. L’esperienza maturata di certo mi sarà utile per svolgere al meglio questo lavoro. Rientro in un luogo a me familiare, quasi una seconda casa, riprendo servizio con persone che conosco molto bene e che già c’erano all’epoca del mio ultimo incarico qui. Le sensazioni non possono che essere piacevoli.
Sono andato via che erano in servizio 42 elementi, ed oggi ritrovo lo stesso numero di agenti. Il problema è che sono passati 7 anni: quattro agenti sono ormai prossimi alla pensione, dunque si rischia di diminuire ulteriormente le forze a nostra disposizione. Tutta la Pubblica Amministrazione italiana, a partire dalla spending review, ha risentito di un innalzamento dell’età media dei propri componenti, non è un dato che riguarda solo Aprilia. Il fatto che siano aumentate le incombenze di cui si occupa la Polizia Locale certo non aiuta, perché le forze diminuiscono, sia numericamente che fisicamente, sempre a causa dell’innalzamento dell’età degli agenti in servizio. Altra differenza rispetto al passato è l’orario di servizio. Avevo lasciato il corpo con gli agenti che rimanevano in servizio per 7 ore nei cinque giorni lavorativi, più delle aliquote durante i fine settimana. In quel modo si riusciva a coprire tutti i servizi tra le 8 del mattino e le 20, fino alle 22 nel periodo estivo. Da un paio di anni si è tornati all’orario previsto dal contratto nazionale, ovvero 5 ore e 50 minuti per ogni componente del corpo.
Alla Dottoressa Di Rini va fatto un grande elogio, così come a Sergio Gentile, che si è sobbarcato tutto il lavoro di raccordo con il Comune. Gli incarichi ad interim non sono semplici, soprattutto quando si è costretti a lavorare in ambiti non di loro specifica competenza. Il lavoro portato avanti è stato quello previsto dalla legge, ma ci sono anche altri aspetti che vanno valutati quando si ricopre questa posizione. Innanzitutto a livello di programmazione, che già un incarico triennale consente fino ad un certo punto. E poi una presenza costante all’interno degli uffici è molto importante, anche per dare un supporto operativo ed un pungolo per dare sempre un po’ di più, cosa che ovviamente un incarico ad interim non può garantire. Quando manca la figura apicale di una struttura gerarchica come quella della Polizia Locale, c’è la tendenza ad una sorta di “ritirata”da parte degli agenti, che giustamente non si sentono abbastanza tutelati nel loro lavoro. C’è anche una sorta di lassismo che la figura del comandante – controllore tende ad evitare, ma in mancanza della quale è fisiologico avvenga. Sono comunque al comando di un corpo “sano”, formato da persone intelligenti e capaci. I margini di crescita del rendimento complessivo ci sono, questo è fuori di dubbio. Per fare un salto di qualità, però, c’è bisogno di un concorso con la selezione del personale più idoneo ad entrare in servizio. Le graduatorie va bene utilizzarle, ma lo si deve fare con quelle aggiornate, non di dieci anni fa.
Il primo obiettivo è il riallineamento dei servizi. Numericamente siamo gli stessi, ma l’orario è stato revisionato al ribasso, come spiegato prima. Il problema è che se il turno va dalle 8.30 alle 13.20 e le scuole escono alle 13.10, l’incongruenza dei servizi appare palese. Ovviamente non sarà facile, anche perché il numero degli agenti è piuttosto esiguo. La seconda priorità è quella di organizzare una programmazione dei servizi da espletare, anche se gli inconvenienti e le emergenze vanno messe in preventivo. L’intenzione di installare delle stazioni mobili in periferia è concreta, ma torniamo sempre al problema del numero esiguo delle forze e dei turni che non combaciano. Una volta risolte quelle due criticità, allora si potrà iniziare a mettere in campo le altre idee che abbiamo. E sono tante.
di Massimo Pacetti