APL non ha dubbi: “È solo questione di tempo per avere la nostra “Eco X” e la discarica”

La vicenda dei rifiuti romani scoppiata nelle ultime settimane ha riportato alla mente i tanti avvertimenti del gruppo APL. Con il coordinatore Emanuele Campilongo abbiamo analizzato l’attuale situazione dell’emergenza rifiuti

Da molto tempo APL denuncia l’imminente “scarico” del problema di Roma nel far fronte all’emergenza rifiuti su Aprilia.

L’incendio divampato lo scorso 11 dicembre al TMB Salario ha trasformato questi timori in realtà.

Con il Coordinatore Emanuele Campilongo abbiamo cercato di analizzare come questo percorso si sia realizzato.

Emanuele Campilongo Segretario Aprilia In Prima Linea

Perché Aprilia in Prima Linea ha previsto con largo anticipo l’arrivo dei rifiuti romani ad Aprilia? Come è stato possibile prevedere un’emergenza che, per definizione, non dovrebbe essere prevedibile?

Era facilissimo. Per fare in modo che la gente, contraria a questo tipo di eventi, sia messa in condizione di non poterli rifiutare, si devono creare le condizioni strutturali e politiche. La Turbogas ha tastato il polso del nostro territorio, rivelandosi più che altro una speculazione finanziaria, perché non è stata granché impattante dal punto di vista ambientale. Se non per la bruttezza della struttura. Ma comunque è servita a capire se il territorio apriliano era pronto a ricevere la grande invasione delle aziende del ciclo dei rifiuti. Negli anni successivi sono state installate 8 centrali biogas, 2 tmb e Rida con i suoi competitor. Manca solo da discarica, ma arriverà anche quella. Questo dal punto di vista strutturale; dal punto di vista politico, la coalizione civica ha distolto l’attenzione da questo ambito parlando di Acqualatina, stringendo con l’altra mano un patto con la lobby dei rifiuti. Non è un caso che un finanziamento elettorale all’attuale Sindaco sia arrivato dall’imprenditore più forte presente sul nostro territorio: questa situazione di sudditanza ha permesso di fare di Aprilia il territorio su cui scaricare i problemi di Latina e Roma.

In un comunicato stampa l’Assessore all’Ambiente Michela Biolcati Rinaldi ha parlato dell’incendio al TMB Salario come di una “emergenza mascherata”.

L’Assessore Biolcati fa parte di una maggioranza che ha accettato una posizione di sudditanza, ha solo cercato di salvare la faccia. Ma ormai è tardi. Rimane da spiegare perché si parla di accordo tra Roma ed Aprilia e non di un accordo tra Roma e l’azienda privata, come invece è. In ambito nazionale diventeremo noti come “la pattumiera di Roma”, con buona pace di chi fa agricoltura biologica e di qualità, di chi ha investito in immobili. Ma non è solo Roma il problema: ad Aprilia arrivano già camion da Fiumicino, da Gallicano, da Caserta. Ma nessuno finora, compresi i Consiglieri Comunali di opposizione, ha costretto la maggioranza a dare risposte. Mi riferisco anche alla società civile: chi da una parte sbraita contro l’arrivo dei rifiuti, dall’altra è pronta ad accettare dei finanziamenti degli stessi proprietari di impianti per le opere pubbliche.

L’accordo siglato tra Rida Ambiente ed Ama coinvolge due soggetti privati. Essendo in regime di libero mercato è giusto dire che l’Amministrazione non ha margini di manovra?

Si, come ragionamento vale. Ma per rendere così forti i privati c’è stato un lavoro lungo oltre dieci anni. Si sarebbe dovuto agire in autotutela impedendo, ad esempio, l’ampliamento di Rida. Quello che sta accadendo, tra l’altro, è in aperto contrasto con il piano regionale dei rifiuti, in cui si impone ad ogni provincia di chiudere il ciclo dei rifiuti nel proprio ambito territoriale. Mentre, invece, ad Aprilia arrivano rifiuti anche da fuori regione. Se è vero che due privati sono liberi di gestire i loro affari senza rendere conto alle amministrazioni locali, dall’altro si deve riconoscere che questa possibilità gli è stata concessa dalle stesse istituzioni che ora cercano di contrastare questo accordo. Stando così le cose non ci sono possibilità di contromisure.

E adesso?

Adesso è finita. Bisogna solamente aspettare la nostra “Eco X”, ovvero l’incendio di una delle aziende che stoccano rifiuti, e l’apertura della discarica. È solo questione di tempo.

La discarica serve per chiudere il ciclo dei rifiuti, altrimenti non si è in regola con il piano regionale di cui parlavamo prima. Discarica che sul nostro territorio, per ovvi motivi, nessuno ha intenzione di far installare. Come si esce da questo circolo vizioso?

Non sta a me giudicare l’utilità o meno di una discarica. Ma è palese che essa creerebbe un concentramento elevato in un territorio ristretto di attività legate al ciclo dei rifiuti. Come gruppo non siamo contrari agli impianti che lavorano i rifiuti, ne contestiamo il numero in un territorio circoscritto come quello di Aprilia. La nostra città è stata riconvertita, dalla politica e dagli imprenditori dei rifiuti, da paradiso dell’agricoltura di qualità a paradiso della “monnezza”. Chi ci ha messo nel baratro vuole farci credere che vuole portarcene fuori. Ma non basterebbero venti anni per farlo. E soprattutto, visto i soldi che porta, chi ha il coraggio di andare ad intaccare questi interessi. Ci vorrebbe una classe politica di qualità, ci vorrebbe un’opinione pubblica pronta ad attivarsi. Ma questo è il territorio dei dividi et impera: non possiamo pensare che sia un caso che Aprilia, che avrebbe i numeri per farlo, non è mai riuscita ad eleggere in Regione, od anche più in alto, un suo rappresentante.

di Massimo Pacetti

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