Domenica scorsa, 17 febbraio, è stato un giorno di festa a Cori, città del nord pontino proiettata ancora una volta in una dimensione internazionale grazie alla firma storica del gemellaggio con la città di Betlemme.
Il sindaco Mauro De Lillis ha sottolineato gli intenti manifestati con quella pubblica affermazione di amicizia, solidarietà e collaborazione tra comunità lontane ma da oggi gemellate.
“Cori – ha detto il primo cittadino – è gemellata con diverse città: Pefki, in Grecia, Oświęcim (Auschwitz), in Polonia, e Sesto Calende, in Italia. Ognuno di questi rapporti ha delle sue specificità ovviamente, ma tutti sono stati costruiti nell’ottica del dialogo, della reciproca conoscenza e della promozione della pace. Ancor di più ciò varrà per il gemellaggio che oggi ci accingiamo a costruire tra Cori e Betlemme, città della natività, città che ha per noi cristiani un suono e un significato, come è facile immaginare, del tutto speciale. Colgo l’occasione di questa cerimonia per esprimere pubblicamente, come ho già avuto modo di fare per iscritto nei rapporti intercorsi tra di noi in questi mesi, l’amichevole vicinanza con la quale la nostra comunità segue le vicende del vostro Paese e della vostra città, simbolo di pace in un territorio tormentato da vicende politiche internazionali che ci riguardano tutti”.
Il percorso intrapreso con la firma del gemellaggio è volto a condividere le basi di un legame fondato sullo sviluppo di una vera ed efficace cultura della pace, fondata sui principi di democrazia, di libertà, e del rispetto dei diritti umani e che possa essere un passo fondamentale verso lo sviluppo e la promozione delle relazioni economiche , accademiche e culturali tra le città stesse.
“Le basi per il Gemellaggio tra la Città di Cori e Betlemme – ha concluso il sindaco Mauro De Lillis – saranno poste all’insegna dell’esaltazione della pace come unico strumento di dialogo tra i popoli. Betlemme , culla della religione cristiana e luogo della memoria, rappresenta una straordinaria occasione di incontro e di confronto per tutte le coscienze che vivono una concreta speranza di pace. Per questi motivi la nostra città non è voluta restare estranea ad un processo che abbia come obbiettivo la ricostruzione di una reciproca tolleranza , di un convinto rispetto delle diversità che rappresentano , in tutto il mondo, una ricchezza ed una risorsa da coltivare e da sfruttare per far lievitare il fermento della pace”.