Il gruppo Aprilia in Prima Linea polemico contro l’Assessorato all’Ambiente in merito alla questione dei rifiuti:
Abbiamo la necessità di ripristinare il reale senso delle parole, di uscire da quella sorta di orwelliana neo-lingua in cui siamo caduti. Può sembrare una cosa da poco ma la semplicità spesso è sinonimo di chiarezza, e nella nostra città ne abbiamo un incredibile bisogno. Ci riferiamo all’utilizzo dei termini “ambiente” ed “ecologia”, troppo spesso associati ad atti, persone e proposte che con il reale significato di queste parole non c’entrano proprio nulla. A tal fine Aprilia in Prima Linea chiede di eliminare il presunto “Assessorato all’Ambiente, Ecologia e Verde Pubblico” con un più veritiero “Assessorato ai Rifiuti”, poiché nella nostra città a stringere contano solo quelli.
La gestione del servizio di raccolta dei rifiuti, la loro allocazione, smaltimento e la vendita dei materiali frutto della differenziazione (di cui a noi non è dato sapere a quanto ammonti il ricavo), oltre che i rapporti con le ditte private e le relative tasse da far pagare ai cittadini. Questo è quanto, altro non c’è. Ad Aprilia da un decennio e oltre, dietro la parola “ambiente” si sono perpetrate pratiche e atti che con la cura del territorio e la preservazione della salute dei cittadini, non hanno nulla a che fare. Per oltre un quinquennio noi di Apl abbiamo denunciato questo stato di cose, evidenziando ogni criticità e invitando sia le Autorità al rispetto delle leggi, e sia stimolando i cittadini all’attenzione e alla mobilitazione. Ora ci siamo stufati, tanto è tutto inutile. Le Autorità sono sorde poiché cambiare marcia vuol dire mettere un freno a pratiche consolidate e redditizie, i cittadini sono sfiduciati e rassegnati.
Nemmeno i dati spaventosi dell’incidenza tumorale nella nostra città hanno scosso sul serio l’opinione pubblica e la presunta società civile. Figuratevi gli altri. Il tema dell’ambiente e del verde pubblico è trattato con una sciatteria tale che ora ci fa amaramente sorridere, mentre prima ci faceva rabbia. Basti pensare che nella nostra città gli alberi sono stati tagliati per oltre un decennio senza mai essere sostituiti. Poi nel momento in cui c’è la possibilità di recuperare una piccola parte di tempo perduto, grazie ad un progetto (sul quale comunque ci sarebbe parecchio da dire) nato a costo zero per la comunità, ed ora invece a pagamento, assistiamo alla fiera dell’improvvisazione.
Le piante si piantano male, frettolosamente e a solo scopo “dimostrativo”, e per giunta in terreni privi del necessario impianto d’irrigazione. E così centinaia di piante sono destinate a morire. Ciò accade perché il verde e la cura del territorio sono reputati degli optional o peggio delle scocciature, poiché la “ciccia” sta altrove. Ricordiamo che il Comune di Aprilia non ha mai pubblicato in questi anni il proprio bilancio arboreo, non rispetta le leggi vigenti in materia di piantumazioni, emissioni in atmosfera e di depurazione delle acque, ma al contempo siamo diventati un centro vocato ad ospitare i rifiuti di mezza Italia. Niente male vero? Ad Aprilia di “ambiente” si muore o ci si ammala.
I depuratori quando ci sono non funzionano, i fossi sono inquinati, le fognature sono un miraggio in gran parte del territorio mentre a prolificare sono gli impianti di trattamento dei rifiuti e i denari gravitanti in tale contesto. Ai cittadini i metaforici cocci e a pochi anzi pochissimi, i dividendi. Quindi, se proprio stesse a cuore a chi ci governa il significato delle parole e in particolare di “ambiente”, si eviterebbe di associarlo alla nostra città. Aprilia e “ambiente”, Aprilia e “verde”, Aprilia e “ecologia” semplicemente non vanno d’accordo.