Il sindaco Antonio Terra e il consigliere comunale di opposizione Domenico Vulcano salgono in Consiglio Provinciale. Saranno gli unici due a rappresentare Aprilia e, probabilmente, a parti invertite con Vulcano in una maggioranza di centrodestra e il primo cittadino in minoranza con le Civiche che non sono riuscite a decollare. Il “faccia a faccia” tra i due protagonisti delle Amministrative 2018 continua, anche se il secondo si è finalmente preso una rivincita dopo la bruciante sconfitta al ballottaggio dell’anno scorso.
Lo scrutinio delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale di ieri ha dato un risultato, per certi versi, sorprendente. Va chiarito subito ancora una volta che, dopo la riforma, per la Provincia è stato introdotto il concetto di elezioni di secondo livello, destinate cioè non a beneficio del suffragio universale ma soltanto agli amministratori locali già eletti.
Cionondimeno, il primo dato che emerge (specie in un periodo in cui in tutta Italia si parla di astensionismo e disaffezione al voto) è la bassa affluenza anche a queste urne destinate a chi, in teoria, è un professionista della politica. Diversi sono gli amministratori dei Comuni pontini che hanno preferito restare a casa e, probabilmente anche così, dire la loro.
Il secondo spunto di riflessione è infatti dato da quello che stanotte è stato già chiamato il flop delle Civiche Pontine. Nonostante nelle due Città demograficamente più rilevanti della provincia, Latina e Aprilia, governino sindaci civici (Damiano Coletta e il candidato Antonio Terra), tra un franco tiratore e una defezione dell’ultima ora, le Civiche riescono solo a garantirsi lo status quo dei tre consiglieri dell’ultima volta, senza aumentare il bottino come tra l’altro era nei pronostici. Eppure tra le Civiche c’era proprio Terra, che dei tre soli sindaci in corsa era quello con il maggiore peso specifico.
A proposito di sindaci in corsa, Terra si è assicurato uno scranno a Latina, e così anche Mauro Carturan di Cisterna, che la Provincia la conosce molto bene essendone stato anche Presidente del Consiglio, e che non ha mancato l’ennesimo appuntamento. Non ce la fa, purtroppo, il sindaco di Rocca Massima Angelo Tomei.
Se le Civiche tengono ma non brillano, non decolla la Lega a dispetto del trend nazionale, perché l’area pontina recita ancora il verbo di Forza Italia. E qui gli occhi sono ancora puntati su Aprilia. Perché il tanto corteggiato Domenico Vulcano ha rappresentato la chiave di volta di questa tornata elettorale, il cui effetto ha sancito l’incremento sia delle preferenze personali che dei seggi assegnati, che passano da tre a quattro.
Forza Italia, grazie a quest’ultimo capolavoro che parte dal sud pontino con le conferme previste per arrivare fino al nord con il boom-Vulcano, potrebbe quindi guidare una maggioranza di sette consiglieri contro cinque, ma è ovvio che al momento le trattative con il presidente Carlo Medici sono ancora in corso.
Certamente il dato apriliano sta scuotendo la politica locale. Il sindaco e candidato “forte” Antonio Terra partiva con la certezza della vigilia di essere eletto e così è stato, ma il risultato è al di sotto delle aspettative ed ora è atteso da una verifica di maggioranza per capire se qualcosa è andato storto. L’outsider Domenico Vulcano lavora, convince e travolge fino a conquistare uno scranno cui, fino a sabato, non credeva nessuno. Il resto dei candidati apriliani non sorridono: non vengono confermati gli uscenti Vincenzo La Pegna e Vincenzo Giovannini, senza chance Maria Grazia Vittoriano e Francesca Renzi.
Il Consiglio Provinciale è così composto: Forza Italia ha quattro seggi (Giovanna Miele di Latina, Vincenzo Carnevale di Fondi, Luigi Coscione di Gaeta e Domenico Vulcano di Aprilia); le Civiche Pontine conquistano tre poltrone (Antonio Terra di Aprilia, Ernesto Coletta di Latina e Rita Palombi di Sezze); il Partito Democratico scende a due scranni (Ennio Afilani di Cori e Giancarlo Cardillo di Castelforte) e altrettanti ne ottiene Fratelli d’Italia (Mauro Carturan di Cisterna e Pasquale Cardillo Cupo di Formia; chiude il quadro l’unico eletto della Lega (Domenico Villani di Terracina).
G.Z.